Adamo e Eva trovano Abele estinto. Adamo e Eva piangono la morte di Abele

dipinto, 1839 - 1839

Sullo sfondo di un paesaggio flebilmente illuminato si è appena consumato il fratricidio biblico: il corpo morto di Abele, scorciato, giace a terra; accanto a lui Adamo in piedi, Eva inginocchiata in atto dolente. Una fitta e ampia vegetazione sulla sinistra crea un'atmosfera tenebrosa, schiarita dal biancore artificiale del cadavere di Abele

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 255 cm
    Larghezza: 180 cm
  • ATTRIBUZIONI Bandini Enrico (1806 Ca./ 1888)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Attribuito da Sgarbi a Francesco Scaramuzza nella mostra dedicata all'artista (Sissa, 2003), il dipinto è in realtà opera di Enrico Bandini. Si tratta del secondo saggio di pensionato, il dipinto d'invenzione, spedito a Parma nel novembre del 1839, un anno dopo l'invio del primo, la copia di un grande maestro (l'allievo si era misurato con il Raffaello Vaticano, riproducendo un particolare della Scuola di Atene, Euclide e i suoi discepoli, anch'esso conservato nell'attuale Liceo). Per questo saggio finale, Bandini scelse un tema più volte frequentato dalla cultura accademica, dettato tra l'altro in occasione di due concorsi settecenteschi di Disegno di composizione, quello del 1773 e quello del 1781 (Inventario 1805-1806, Archivio Galleria Nazionale di Parma). Il collaudo accademico del saggio non fu del tutto favorevole:i Professori "... lodarono invero lo scopo del tenersi stretto al vero ma non poterono non riprovare la poca diligenza, mentre che sanno come egli sia atto a far più di così...". Viene da pensare che furono gli accenti "anticlassici", i forti valori chiaroscurali, il biancore intenso e artificiale del corpo di Adamo, in realtà il brano migliore del dipinto anche per raffinatezza esecutiva, a non convincere il corpo accademico. E stupisce di contro che nel giudizio si elogi l'aderenza al vero, quando a rendere debole il dipinto è proprio l'assenza di verità drammatica, pure ricercata nella gamma e nella trattazione cromatica: i gesti sono convenzionali, attinti a un repertorio stereotipato, le espressioni impacciate e assai poco convincenti. Ma si sa che il "vero" accademico era inteso come corretta costruzione anatomica, esibizione di pose ed espressioni regolate da canoni e stilemi consolidati. Il dipinto di Bandini non approdò mai alla Galleria accademica, destinato a una vicenda conservativa alquanto defilata, ancora assente nella ricognizione inventariale del 1941. Con un'ipotetica attribuzione a Scaramuzza, smentita dai documenti, la tela torna alla luce con la prosecuzione del lavoro catalografico di Copertini in una scheda non datata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800447002
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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