matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria

dipinto, 1879 - 1879

La Santa con corona regale, un pezzo della ruota del suo martirio ai piedi, è inginocchiata davanti alla Madonna seduta su nubi col Bambino in braccio. Un angelo a volo porge la palma del martirio. Cherubini in alto su nubi

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 423 cm
    Larghezza: 250 cm
  • ATTRIBUZIONI Malatesta Adeodato (1806/ 1891): ESECUZIONE
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Carlo
  • INDIRIZZO via S. Carlo, 7, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare della Pietà ospitò, nel corso del tempo, più dipinti. Nel contratto originale il canonico Pizzacheri si era impegnato a commissionare la pala d'altare a "Monsù Giovanni pittore", che Daniele Benati e Lucia Peruzzi propongono di identificare nel fiammingo Jan Van Ghelder. La morte del canonico, avvenuta nel 1670, procrastinò la commissione e l'esecuzione della pala poi commissionata a Giovan Paolo Marescotti e raffigurante una "Deposizione". Lo storico Pagani, autore di una celebre guida edita nel 1770, la descrive in questi termini: "Gesù Cristo levato di Croce giace su le ginocchia di Giovanni suo Discepolo, e a lui vicina in atto di stupore la Penitente Maddalena che piange l'estinto suo Maestro; alla sinistra l'Addolorata Madre, con altre Donne afflitte anch'elle, e piangenti: di Gian Paolo Marescotti Modenese". La pala fu esposta il 7 aprile 1684. Quando i confratelli di San Carlo Rotondo si trasferirono in chiesa dopo la soppressione del loro oratorio (1808) iniziarono a celebrare a questo altare e vi posero l'immagine di Bernardino Rossi raffigurante "S. Camillo de Lellis e il Beato Ippolito Galantini"; il dipinto sarà poi ritirato dalla Congregazione nel 1857 per essere posto nel nuovo oratorio di S. Carlo Rotondo. Il Ministero della Pubblica Istruzione estense allora richiese al Malatesta il dipinto in oggetto, progetto che il Malatesta accettò e avviò; uno dei disegni preparatori per la pala è conservato al Museo d'Arte Medievale e Moderna di Modena (Rivi 1998, n. 25). La sua esecuzione tuttavia si intrecciò con gli avvenimenti della storia modenese. L'annessione di Modena al Regno d'Italia convinse il pittore a sospendere il lavoro, ultimato solo quando il rettore Gaetano Simonini decise di farne dono alla chiesa; Cesare Campori scrive nel 1878 e testimonia l'avanzamento del dipinto che, dice, si spera di inaugurare il novembre successivo. Questa volta i tempi furono rispettati e il dipinto fu effettivamente esposto al pubblico il 25 novembre 1879. La foto eseguita nel corso della schedatura del 1975 tuttavia testimonia che, all'epoca, all'altare era collocato il Crocifisso. Questo dipinto della tarda maturità di Malatesta, operoso per il San Carlo anche nella rinnovata cappella e sempre nell'ultimo suo periodo della sua attività, ottenne immediato successo. Rispondeva ancora a canoni estetici apprezzabili e, benché risulti convenzionale, senza tempo e lontano dagli effetti di verità ottica e ritrattistica ottenuti con le sperimentazioni sulla fotografia, di fatto fu un dipinto emblematico della sua adesione al purismo dei primi tempi. Proprio queste caratteristiche saranno additate, di qui a poco, come elementi negativi da parte di una critica figlia di tempi cambiati: a partire da Adolfo Venturi, che scrive pochi anni più tardi, per arrivare al 1975, quando Mario Monteverdi ancora definiva le opere di carattere religioso di Malatesta come vittime di una inerzia creativa, pale d'altare "il cui sciatto purismo viene riscattato dalla consueta padronanza del mestiere". Non deve stupire quindi un lungo silenzio circa le opere del pittore modenese tanto osannato in vita quanto presto condannato come figlio dell'Accademia e anche in questo caso il mestiere non riscatta del tutto "il rischio di cadere nell'oleografia" (Benati-Peruzzi 1991, p. 175)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438872
  • NUMERO D'INVENTARIO 0012
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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