Ritratto di Antonio Gabbi

dipinto, post 1774 - post 1774

Ritratto in piedi a tre quarti della figura in marsina scura con parrucca. Ha tra le mani un libro aperto che appoggia ad uno scrittoio coperto da un drappo rosso. Scritta in basso. Senza cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 129 cm
    Larghezza: 98 cm
  • ATTRIBUZIONI Vannulli Girolamo (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio S. Carlo
  • INDIRIZZO Via S. Carlo, 5, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il marchese Antonio Gabbi nacque a Reggio Emilia dalla famiglia dei marchesi di Bibbiano (RE). Nel 1781 compì i suoi studi al S. Carlo di Modena, dove era entrato come collegiale nel 1763 e fu eletto Principe di Belle Lettere nel 1774. In quanto primogenito ebbe alla morte del padre l'investitura del feudo di Bibbiano e di tutte le pertinenze. Fu gentiluomo della corte estense e la Rivoluzione del 1796 lo trovò tenente colonnello nella II divisione delle truppe ducali. Partecipò nel Consiglio di Reggio, come uno degli anziani, alla deliberazione del 30 giugno con cui fu approvato l'invio di due deputati al campo francese, primo principio della sollevazione contro il governo ducale. Di Antonio Gabbi si dice che "si mise a fare il democratico con grande contentezza dei suoi sudditi", i quali nell'atto di sciogliersi da ogni vincolo con lui dichiararono che "l'odierno feudatario con la sua moderazione avea reso loro men gravoso quel peso che è inseparabile alla monarchia e feudalità". Così Gabbi fu naturale rappresentante del suo ex feudo e nell'ottobre successivo fu deputato al congresso di Modena. Il 31 ottobre prestò giuramento repubblicano come membro della municipalità e, chiamato dal voto popolare a far parte dell'amministrazione centrale, vi rimase anche sotto la repubblica cisalpina, fino alla riforma del Trouvé. Il 12 novembre 1797 fu nominato da Bonaparte uno dei quattro "alti giurati del Crostolo", ma l'ufficio non ebbe seguito. Alla venuta degli austriaci nel maggio 1799 Gabbi non seppe tenersi in disparte ed accettò di far parte della imperiale Reggenza, che governò la città e il territorio per pochi giorni. Se ciò lo salvò dalle ire dei duchisti, gli tolse però per qualche tempo la stima dei repubblicani. Venuti i tempi più quieti della repubblica Italiana, nel 1802 fu chiamato nel Collegio elettorale dei possidenti e nel consiglio generale di dipartimento; ad entrambi appartenne sino alla morte, avvenuta nel 1811. Ragghianti schedò il ritratto (come Antonio Abbi) nel 1939 riconoscendovi la mano di un artista modenese affine al Torelli e di buona qualità, arrivando ad attribuire il dipinto, se pure con qualche incertezza, alla mano di Girolamo Vannulli. Il collegio conserva altri dipinti attribuibili allo stesso artista modenese: Tiraboschi, parlando di Vannulli, ne ricorda i molti ritratti buona parte dei quali appartenenti al Collegio dei Nobili
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438838
  • NUMERO D'INVENTARIO 0365
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • ISCRIZIONI in basso - S.M. ANTONIO GABBI REGGIANO / PRINC(IPE). DI LETT(ERE). / L'A(NNO). 1774 - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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