Riposo in Egitto. riposo nella fuga in Egitto

disegno post 1630 - ante 1648

La Madonna seduta in mezzo ad un paesaggio col Bambino in grembo, sopra ad un cuscino, che a braccia aperte prende un dattero portogli da S. Giuseppe, che sta dietro sopra un masso e con l'altra mano si appoggia al tronco di un albero; in alto a destra due angioletti in atto di tirare in basso le frondi della palma

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ matita
  • ATTRIBUZIONI Creti Donato (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Coccapani
  • INDIRIZZO corso Vittorio Emanuele II, 59, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Documentazione archivio ufficio catalogo (scheda non firmata ne data). "Come riferiscono le due note sulla busta questo foglio è uno studio preparatorio per la pala d'altare con il Riposo della Sacra Famiglia di Simone Cantarini, conservata a Brera, Milano, proveniente dal monastero delle suore della Madre di Dio di Bergamo (D. Benati, in 'Pinacoteca di Brera. Scuola Emiliana', Milano 1991, p. 147). Il tono pastorale e raccolto della scena non disdice ad un convento femminile; la citazione quasi letterale di Raffaello nelle figure della Madonna e del Bambino indica, in mancanza di una data precisa, perlomeno una datazione post quem, cioè successiva al soggiorno romano del Cantarini avvenuto intorno al 1640. Il resto della scena è immerso dentro un'aria neoveneta che conferisce una solenne malinconia al S. Giuseppe. Sulle figure batte una luce da studio, quale certamente non comportava l'ambientazione all'aria aperta, con effetti così naturali da rendere quasi vivi anche i frammenti di scultura classica in primo piano. Rispetto alla brevità della sua carriera il Cantarini ha lasciato un corpus grafico di notevoli dimensioni, soprattutto composto di schizzi a penna o a matita rossa. Sull'esempio di Guido Reni la tecnica della matita rossa è quella prediletta da Cantarini, sapendo conferire una grande duttilità espressiva. Rispetto ai più nitidi disegni a sanguigna di Guido, Cantarini si segnala per la maggiore vibrazione atmosferica e insieme patetica che riesce a conferire ai suoi fogli, grazie al tratto leggero e come smagliato dalla luce, e al ritorno del segno su se stesso per correggere o comunque meglio precisare, le attitudini dei personaggi. Simone Cantarini si formò in patria nelle botteghe del Pandolfi e del Ridolfi, tardi esponenti del barroccismo locale, ma alla sua curiosità culturale tali modelli dovettero ben presto andare stretti, tanto più perché fatti più moderni si erano ormai da tempo affacciati nelle Marche, provocando stimolanti confronti (Ludovico Carracci e Domenichino a Fano, Orazio Gentileschi a Fabriano, Rubens a Fermo). E poi l'arrivo in zona, a Fano (1626) e poi nella stessa Pesaro (1630 ca.), di dipinti di Guido Reni, determinarono le scelte del giovane artista. Il soggiorno romano negli anni '40 orientò il Cantarini verso la tendenza classica, aderendo ai canoni di Raffaello ma anche alle superfici più mosse della corrente neoveneta rappresentata da Andrea Sacchi. La 'Sacra Famiglia' è certamente uno tra i temi più trattati nei dipinti, nelle acqueforti e nei disegni di Cantarini: egli non cessò mai di rappresentare questi soggetti in sempre nuove varianti, intessute di materne tenerezze desunte dalla quotidianità". Il disegno è realizzato con sottili tratti di matita rossa. Sul controfondo in basso al centro etichetta azzurra 'Cantarini Simone d. da Pesaro, dentro l'etichetta in alto a sinistra a penna '181'. Sopra etichetta rettangolare '1213'. A. M. Ambrosini esclude che il disegno posso essere del Cantarini, e lo classifica come derivazione (in 'Simone Cantarini detto il Pesarese: 1612-1648, 1997', p. 160), dello stesso parere Mario Di Giampaolo (Disegni emiliani.Galleria dell'Accademia di Venezia, 1993, p. 101). Il segno minuto e insistito, a tratti incrociato, richiama i modi di un artista che si formò sui disegni del Cantarini: Donato Creti. Creti amava in particolare i disegni del maestro, che copiava insistentemente, (A. Mazza in 'Simone Cantarini detto il Pesarese: 1612-1648', 1997, pp. 373-378). In questo foglio, che è una copia fedele di un'acquaforte (anche le misure sono pressochè coincidenti 297x188 inciso, 298x194 disegno) con il 'Riposo in Egitto (pubblicata in 'Simone Cantarini detto il Pesarese: 1612-1648, 1997', p. 338, III.21) e non del dipinto, che rispetto a questa mostra delle varianti, si può cogliere uno dei tratti distintivi del Creti e cioè l'eleganza del tratto a matita rossa, minuto e incrociato volto a creare figure aggraziate e ideali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800437351
  • NUMERO D'INVENTARIO 1213
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2008
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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