veste da statua, insieme - manifattura parmense (?) (metà sec. XVIII)

veste da statua, 1740 - ante 1750

Taffetas ricamato in seta avorio. Ricamo a rilievo eseguito in oro filato, riccio e in lamina con imbottitura in filo di canapa, completato da applicazioni in canuttiglia, paillettes e borchiette dorate. Disegno a tralci d'acanto che si dipartono dal centro della veste allargandosi in ampi girali. Da essi traggono origine rami più piccoli con tulipani, giunchiglie, fiordalisi ed altri fiori. Oro su fondo avorio. L'orlo della gonna è sottolineato da un gallone eseguito a fuselli in oro filato, riccio e lamina e da una frangia dorata. Un'analoga frangia è presente lungo il punto vita e all'estremità delle maniche, decorate inoltre da nappine dorate. Fodera in taffetas avorio

  • OGGETTO veste da statua
  • MATERIA E TECNICA filo dorato/ lavorazione a fuselli
    seta/ taffetas
    seta/ taffetas/ ricamo
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Parmense
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria della Steccata
  • INDIRIZZO Strada Giuseppe Garibaldi, 5, Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Passata in dotazione alla Steccata con le soppressioni napoleoniche, a seguito della chiusura del convento domenicano di S. Pietro Martire, nel 1810, la veste bianca ricamata in oro faceva parte del nucleo di parati riservati all'addobbo della cappella che ospitava la Madonna del Rosario, oggetto di un culto vivissimo e profondamente sentito a Parma nel corso del Sei-Settecento (cfr. A. Marocchi 1972,pp. 19-20). Lo attesta il nutrito corredo di suppellettili sacre amministrate dalla Congregazione del SS. Rosario, oggetto di frequenti e scrupolose note inventariali attualmente depositate presso l'archivio dell'Ordine Costantiniano di S. Giorgio. Dall'elenco redatto il 5 marzo 1682 apprendiamo ad esempio che tale patrimonio contava oltre dieci vesti e analoghe ricchezze rivelano le stime effettuate nel 1684 e 1693. Malamente conservato, anche a causa della maldestra operazione di riporto che ne ha notevolmente irrigidito ed impoverito il disegno, l'abito documenta il rinnovamento radicale degli arredi attuato nel corso del XVIII secolo. In esso infatti si riconosce la "veste per la B. V." accompagnata da "una simile per il Bambino fatta nuovamente col fondo di tella d'argento bianco, tutta ricamata con lametta e filo d'oro con suo pizzo d'oro in fondo" menzionata nell'inventario del 22 marzo 1750. Prestando fede all'anonimo compilatore della nota inventariale il suontuoso corredo fu dunque eseguito in una data molto prossima alla metà del secolo. A spunti innovativi peculiari del naturalismo settecentesco, esso unisce elementi di derivazione barocca come l'impaginato rigorosamente simmetrico, il motivo classico dei tralci d'acanto, l'esecuzione interamente affidata a fili d'oro, variamente rilevati e differenziati da fermature a stuoia, a spina e a zig-zag. Tutto ciò ben si accorda con la locale tradizione di ricamo, indubbiamente influenzata dalla presenza di modelli prestigiosi, visibili a quella date nelle maggiori chiese cittadine, prima fra tutte quella della Steccata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800405827
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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