paramento liturgico, insieme - manifattura parmense (?) (sec. XVIII)

paramento liturgico, 1740 - 1750

Parato composto da pianeta, stola e velo di calice. Fondo taffetas, ordito e trama di seta perla. Disegno a ricamo. Motivi in argento filato e sete policrome (perla, rosa, rosso mattone, rosso, viola, giallo, giallo senape, verde, azzurro in diverse gradazioni sfumate) a punto piatto, raso e a nodi. Motivi in oro filato a punto steso con legature in taffetas, diagonale e a spina. Motivi a rilievo in oro filato, riccio e lamina avvolta a spirale, ricamati a punto pieno e steso (imbottitura cartone). Il ricamo, in origine su raso di seta perla, è stato riportato su taffetas con integrazioni a ricamo in epoca successiva. Il disegno presenta una larga cornice dorata ornata di tulipani, convolvoli e frutta (prugne, pere e melagrane) che delinea un motivo architettonico terminante inferiormente in una coppia di mensole ricolme di mele e uva. Nel velo il disegno è ridotto a tralcio ondulante con tulipani. Galloni a motivi vegetali ricamati in oro filato, riccio e in lamina con oro filato avvolto a spirale (pianeta), in oro filato e lamina a fuselli (stola e velo). fodere in tela di cotone giallo (pianeta), taffetas giallo (accessori)

  • OGGETTO paramento liturgico
  • MATERIA E TECNICA filo d'argento/ ricamo
    filo di seta/ ricamo
    TELA DI COTONE
    filo dorato/ lavorazione a fuselli
    filo d'oro/ ricamo
    seta/ taffetas
    seta/ taffetas/ ricamo
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Parmense
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria della Steccata
  • INDIRIZZO Strada Giuseppe Garibaldi, 5, Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'originaria bellezza e la qualità visibilmente alta di questo ricamo settecentesco non è stata alterata dal riporto su tessuto nuovo realizzato con ogni probabilità in epoca ottocentesca. Un riscontro documentario relativo all'ordinaria manutenzione degli arredi della Steccata fatta nel 1846 ci informa infatti dell'intenzione degli amministratori della chiesa di recuperare, in vista del trasporto su "drappo nuovo", un ricamo a "fiori di seta ed oro", "ben conservato e raro", che componeva un parato in terzo altrimenti destinato ad essere bruciato (Serie XVI, b. 45, documenti dal 9 al 18 ottobre 1846). Il disegno del parato riflette il gusto naturalistico della produzione tessile e a ricamo del secondo quarto del XVIII secolo. Questo gusto, in parte esemplato sul repertorio decorativo del secolo precedente, si impose nel primo quarto del Settecento con un'autonomia stilistica di impronta rococò, che solo nel secondo quarto del secolo toccò livelli di perfezione naturalistica mai raggiunti fino ad allora, grazie soprattutto alle invenzioni rivoluzionarie sperimentate in campo tessile dal disegnatore lionese Jean Revel tra 1730 e 1740 (cfr. schede 00405818, 00405819). L'evidenza naturalistica del tema vegetale descritto nel ricamo parmense, contrassegnata dalle suggestive composizioni di frutta su mensole, e il suo sviluppo decorativo a ramificazioni fiorite che accompagnano un elemento architettonico delineato da una robusta cornice d'oro e d'argento, presentano analogie strette con i disegni di ricami e tessuti riscontrati in alcuni paramenti liturgici emiliani. In particolare con una stoffa "Revel" che compone una pianeta della chiesa di S. Francesco di Mirandola (cfr. Silvestri 1988, cat,266) e con i ricami di parati solenni conservati nelle chiese bolognesi di S. Petronio (cfr. Trebbi 1958, tv.166), di S. Pietro (Ibidem, tvv.154-157); Bentini 1979, catt. 265, 266) e di S. Domenico (Bentini 1979, cat. 344). Rispetto ai parati bolognesi, di cui si conosce la datazione al 1740 e al 1747 e la manifattura romana per gli esemplari di S. Petronio e S. Pietro, nonché la datazione al 1763 per il parato di S. Domenico ascritto a manifattura bolognese, il ricamo della Steccata può essere collocato tra 1740 e 1750 circa e assegnato a una manifattura locale. Tale attribuzione trova elementi di sostegno nella presenza documentata a Parma di ricamatori attivi nel primo quarto del secolo e impegnati in opere di alto livello (cfr. schede 00405808, 405815). Non si esclude tuttavia anche l'ipotesi di una lavorazione francese, avvalorata dal nuovo orientamento del gusto per la moda d'oltralpe, introdotto a Parma dai Borbone a partire dal 1730; gusto che sembra sia stato seguito senza opposizioni anche dalla chiesa locale (Fornari Schianchi 1979, p.433)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800405817
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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