paliotto di Barbieri Domenico (sec. XVIII)

paliotto,

Il paliotto, in lamina d'argento lavorata a traforo e applicata su supporto ligneo rivestito in velluto cremisi, presenta lateralmente due paraste mobili lievemente aggettanti e rastremate, decorate da un gioco di volute rocaille e pendoni e, alla sommità, da un cherubo quasi a tuttotondo affiancato da due grandi foglie d'acanto perlinate. Il pannello centrale ripropone un analogo motivo decorativo a volute rocaille, valve di conchiglia e pendoni, che contorna una grande cartouche centrale includente, su fondo dorato, tre cherubi tra nubi e raggi. Inferioremnte e superiormente corre una cornice a volute fitomorfe

  • OGGETTO paliotto
  • MATERIA E TECNICA LEGNO
    seta/ velluto
    argento/ laminazione/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura
  • ATTRIBUZIONI Barbieri Domenico (1705/ Notizie Fino Al 1790)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE E' lo Sgavetti nella sua cronaca manoscritta a ricordare che il 9 agosto 1763 si vide" un magnifico Pallio all'Altare di S.Bernardo di peso 800 onzie travagliato dal celebre Sig. Barbieri fato fare da varij devoti unite all'entrate"(cfr. v.9 1763-1764, c.39). Che si tratti di quello in esame lo conferma, oltre l'analisi stilistica, il fatto che sia l'unico in lamina conservato in Cattedrale e che negli inventari di fine Settecento (1789 e 1795) sia citato un solo paliotto in lastra d'argento di cui si specifica l'appartenenza appunto all'altare di S.Bernardo. L'indicazione del cronista circa l'acquisizione dell'arredo, realizzato grazie alle offerte di fedeli, giustifica l'assenza, nell'archivio della Cattedrale, di tracce documentarie relative alla commissione o al pagamento all'artefice; d'altra parte l'identificazione di quest'ultimo in Domenico Barbieri è assolutamente convincente, considerato anche il consolidato rapporto della Fabbriceria con quella che era, a queste date, una delle più importanti botteghe orafe delle città. Il paliotto esprime un gusto ancora pienamente rococò nella tipologia dei decori e nella loro mossa impaginazione, indulgendo tuttavia a una certa pesantezza e ridondanza formale, con un accento quasi neobarocco in particolare nei due cherubi delle paraste. Nel 1778, in occasione di un generale intervento di rinnovo della Cappella di S.Bernardo , si pensò, relativamente al paliotto, "di fargli cavare quel fondo falso e fargli porre un veluto rubino", progetto che effettivamente venne realizzato se il Conte Arcidiacono Francesco Pettorelli, deputato all'altare, nel 1781 dava conto di una spesa di lire 360 per il velluto e di lire 438 per il lavoro dell'argentiere. Quest'ultimo è verosimilmente da identificarsi in Pietro Ferroni, orafo a tuttoggi pressochè sconosciuto ai repetori, che è autore documentato di alcuni apparati decorativi ("modiglioni e banchette") sempre per l'altare di S.Bernardo, realizzati in quel giro d'anni (cfr.Ordinazioni Capitolo, libro XI, pp.285-288)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800381307
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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