SAN FELICE DA CANTALICE CON LA VERGINE, IL BAMBINO E ANGELI

dipinto, 1914 - 1915

Il Santo è raffigurato in ginocchio mentre riceve Gesù Bambino dalle mani della Vergine. Questa, avvolta da nubi, ha un ampio manto che le avvolge la spalla sinistra e scende abbondante fino a terra. Una fonte luminosa irraggia il profilo e la veste della Madonna, mentre il volo del santo è illuminato dalla mistica luminosità del corpo del Bambino, che gli accarezza la barba

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Szoldaticz Gyorgy (1873/ 1955): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE San Felice nacque nel 1515 a Cantalice (l'attuale Cittaducale, in provincia di Rieti) da una famiglia di tradizione cristiana. Nel 1543-44 entrò tra i Cappuccini, fu inviato a compiere il noviziato ad Anticoli di Campagna (l'attuale Fiuggi). Morì verso le 19 del 18 maggio 1587, dopo aver avuto una visione della SS. Vergine circondata da una schiera di angeli. Fu da subito venerato dalla pietà popolare come santo, e nel 1712 papa Clemente XI lo elevò ufficialmente agli onori degli altari. Sepolto nella chiesa di San Bonaventura dei Cappuccini in Via Veneto a Roma, la salma è stata traslata a S. Maria Immacolata nel 1631.L'opera è del pittore ungherese Giorgio Szoldatics (1873-1955) e proviene, come le restanti tele dello stesso autore dalla soppressa chiesa di San Lorenzo da Brindisi in Roma, passata al convento di Parma nel 1969 [F. DA MARETO, Chiese e conventi di Parma, Roma, 1967, p.35]. Come altre composizioni anche questo quadro rivela la conoscenza da parte del pittore della collezione del citato Museo Francescano; in particolare sembra ispirato a una stampa di van Westerhout dove il santo è rappresentato in un modo molto originale. Di solito, infatti, il santo viene raffigurato da dietro, in ginocchio davanti alla Madonna, in una composizione su base diagonale. Van Westerhout invece, e in seguito dunque anche il Szoldatics, lo raffigura en face rivoltandosi verso lo spettatore e non più verso la Madonna che è collocata dietro. Così egli riesce a trasmettere la tenerezza paterna del cappuccino per il Bambino Gesù.Responsabile della decorazione della chiesa fu Louis-Antoine de Porrentruy, morto nel 1912; due anni dopo, nel 1914, i dipinti furono consegnati. In tale occasione il pittore scrisse una lettera al ministro generale dell'Ordine: "Eccomi pronto a consegnarle l'opera mia nella quale ò fatto di tutto a superare le non lieve difficoltà che vi ho riscontrato " [in, K. VAN DOOREN, I disegni del Museo Francescano di Roma. catalogo. III: Disegni dell'Otto e Novecento, Iconographia Franciscana, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma, 1998, p.77].La tela era contornata da una ancona lignea, come è nella tradizione cappuccina, di stile gotico lombardo (cfr. DALL'OLIO E., in "Gazzetta di Parma", 27 agosto 1984, p.7). Alla tela è peraltro collegato un disegno del 1914 [San Felice da Cantalice, 311x153, matita nera, Museo Francescano di Roma, Inv. MF DD1c; vd. K. VAN DOOREN, I disegni del Museo Francescano di Roma. catalogo. III: Disegni dell'Otto e Novecento, Iconographia Franciscana, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma, 1998, pp.77-78], che, in quanto molto vicino alla composizione definitiva non può essere considerato studio preparatorio. Probabilmente fu eseguito sull'esempio del quadro, successivamente però ritoccato dal pittore dopo la sua collocazione in chiesa.Per quanto concerne il pittore l'ultimo studio relativamente approfondito sull'opera del padre Ferenc Szoldatics e del figlio Giorgio, risale al 1966, redatto da Béla Bíró, docente presso l'Università di California [BÍRÓ BÈLA, Ferenc Szoldatics, in "Miscellanea di studi dedicati ad Ermerico Vàrady, Modena 1966], ma mentre il nome di Ferenc continua a riaffiorare nella letteratura specialistica, sia ungherese, sia italiana, a proposito dell'attività dei pittori nazareni tedeschi e ungheresi in Roma nella seconda metà dell'Ottocento, la figura di Giorgio non è più stata seguita con continuità. Appassionato studioso degli antichi, il pittore si volge continuamente all'indagine e alla citazione, talvolta precisa, talvolta più vaga, da Raffaello, Tiepolo, Tiziano e Rubens
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800380878
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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