Madonna dei sette dolori con le Sante Caterina d'Alessandria e Maria Maddalena de' Pazzi

dipinto, 1723 - 1723

In alto al centro la Madonna Addolorata, vestita di un'ampia tunica celeste con manto azzurro, è raffigurata con le sette simboliche spade che ne trafiggono il cuore, in atto di elevarsi in cielo nello spazio divino, seduta su nubi animate da putti alati e circondata da testine angeliche esultanti. Sotto di lei, in basso a sinistra, è inginocchiata in devozione Santa Caterina d'Alessandria, in tunica rosa e ampio mantello rosso con interno azzurro oltremare, corredata dei tradizionali attributi identificativi: la ruota dentata con cui fu straziata nel martirio, e il libro, che allude alla disputa con i cinquanta filosofi convocati dall'imperatore per confutare la natura divina del Cristo. In basso a destra è raffigurata in piedi, vestita dell'ampio saio carmelitano, con il giglio e il libro, allusivo alle celebri lettere, indirizzate a papi, arcivescovi, cardinali di curia e religiosi, Santa Maria Maddalena de' Pazzi, mistica carmelitana (Firenze, 1566-1607)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bolla Giovanni (1650/ 1735)
  • LOCALIZZAZIONE Langhirano (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il primo esplicito riferimento documentario al dipinto si trova nell'Inventario del 1793, che ricorda sopra l'altare consacrato al culto dell'Addolorata (ma di cui ancora nel 1712 veniva menzionata l'originaria dedicazione a Santa Maria Maddalena de' Pazzi) "Un quadro grande...con l'immagine della B. Verg. Adolorata, havente una corona d'argento in sul capo, l'immagine di santa Caterina, e S, M.a Madalena". Anche nelle fonti parrocchiali ottocentesche la Santa effigiata a destra risulta sempre identificata con la celebre mistica carmelitana (cui, del resto, pare alludere lo scapolare che l'Addolorata vistosamente espone nella mano sinistra, proprio in direzione della Santa in piedi sotto di lei), descritta invece come Santa Caterina da Siena dal Santangelo (1934, p. 245) e, dopo di lui, da Dall'Aglio (1966, v. II p. 637) e, in un primo tempo, da Cirillo-Godi (1979, p. 9 nota 9); del pari risultano documentate per tutto il sec. XIX l'originaria collocazione sull'altare e la presenza della corona in argento, asportata nel secolo successivo (Cfr. busta Inventari, sc. Mattaleto, presso l'Archivio parrocchiale di Langhirano). Il dipinto (che ripropone un modello iconografico consueto nel repertorio devozionale seicentesco, con i personaggi schierati in primo piano in una costruzione piramidale, ma lo interpreta con una maggiore libertà inventiva, tipica delle opere di transizione, che si manifesta nel gonfiarsi delle nubi, nel dinamico panneggio di vesti e mantelli, e nella più accurata indagine espressiva dei volti) è stato ascritto da Cirillo-Godi a Giovanni Bolla, di cui resta appannaggio per quasi tutta la prima metà del Settecento la pittura di storia sacra sia su tela che ad affresco, e al quale si deve l'elaborazione di uno stile strettamente locale, frutto di una cultura figurativa composita, dove la lezione di Correggio e Parmigianino è intonata su un registro espressivo aggiornato sulla scuola bolognese, da Reni a Guercino, da Cignani a Franceschini (Cirillo -Godi, 1979 p. 9 nota 9; 1986 v. II p. 258)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800369408
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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