Sant'Antonio Abate

disegno, ca 1820 - ca 1820

Personaggi: Sant'Antonio Abate. Attributi: (Sant'Antonio Abate) campanella. Oggetti: rosario; teschio

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ pastello
  • ATTRIBUZIONI Lucatelli Giuseppe (1751/ 1828): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Lesignano de' Bagni (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Già nel 1922 il Testi rilevava nella chiesa la presenza del piccolo e raffinato pastello sull'altare a destra entrando, precisando che era un'opera di "ottimo chiaroscuro e buon colore, eseguita intorno al 1820 c. probabilmente dal Locatelli". Tuttavia, date le dimensioni e la tecnica, possiamo escludere che fosse stato fin dall'origine dipinto per la chiesa, avendo il carattere più di una composizione pittorica di destinazione privata, indubbiamente donata, in epoca sconosciuta, alla comunità di Rivalta. Forse nel verso del pastello, ora incorniciato, è riportato il nome del pittore e la presumibile datazione, a cui comunque riportano gli stilemi dell'artista marchigiano Giuseppe Lucatelli. Questi alternò un'attività di architetto, suoi furono i teatri di Fermo e Tolentino e varie ville, con una vasta produzione pittorica sia ad olio, sia a pastello, cimentandosi per lo più in ritratti. Dopo i primi insegnamenti nelle marche sotto la guida di Severio Carnili e Giambattista Bracchi, allievo del Maratta, nel 1776 il Lucatelli approdò a Roma nell'atelier di Tommaso Conca, nipote del celebre Sebastiano ed entrò in relazione e famigliarità con Antonio Raffaello Mengs, che proprio quell'anno rientrava da Parma, dopo aver ammirato nel Monastero di San Paolo gli affreschi del Correggio. L'entusiasmo della scoperta di quelle opere avevano contagiato anche il giovane allievo e poco dopo la morte del Mengs (1779), il Lucatelli decise nel 1781 di raggiungere Parma, dove stringerà amicizia con il famoso tipografo Giovan Battista Bodoni, con cui manterrà per tutta la vita una fitta corrispondenza epistolare ricevendo consigli e protezione. Il primo soggiorno parmense terminò nel 1783, ma tra il 1785 e il 1788 ritornò su insistenza dell'amico editore per eseguire copie, insieme al portoghese Vieria, della cupola di San Giovanni del Correggio, 26 pastelli non ancora rintracciati, che rimasero alla morte di Bodoni tra le mani della vedova Margherita Dall'Aglio e dei suoi eredi (Bibl. Palatina, Archivio Bodoni). Dopo un breve insegnamento a Fermo, finalmente nel 1803 gli arriva un prestigioso invito da Parma da parte del governo napoleonico: stipendio e alloggio per cimentarsi nella grande impresa di copiare tutte le opere del Correggio e di eseguire ritratti. Incarico che purtroppo terminerà nel 1806 per una crisi finanziaria dell'amministrazione del gen. Moreau enel 1808 Lucatelli ritornerà nelle Marche, dedicandosi a Macerata e Tolentino all'insegnamento fino alla morte (1828). Se il nostro pastello fu eseguito attorno al 1820, certamente venne invitato nel parmense da qualche persona amica. La qualità dell'opera è alta, sia nell'invenzione della figura di Sant'Antonio, armoniosamente inserita in uno spazio grave, circondato da tutti gli attributi, che per la tecnica. La morbidezza dei passaggi cromatici e il lumeggiare del volto, della mano di sinistra in controluce e del piede, denotano un'abilità non comune nell'uso dei pastelli rispetto ai suoi ritratti eseguiti con la stessa tecnica, come quello di Angelo Rasori della Galleria Nazionale (inv. 982), gli si può riconoscere una maggiore forza narrativa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800315254
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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