croce processionale - ambito lombardo (ultimo quarto sec. XIV)
croce processionale,
1375 - 1399
La croce, con le terminazioni dei bracci sagomate e con un nodo globulare in basso, sopra l'innesto a baionetta, mostra delle figure a bassorilievo su entrambe le facce. Da una parte è visibile al centro Cristo Giudice, seduto su di un trono; ai lati, sulle terminazioni della croce, è collocata la figura a mezzo busto di San Giovanni, mentre alle altre due estremità sono collocate le figure di due angeli. Sull'altra faccia è visibile il Cristo crocifisso attorniato dal tetramorfo
- OGGETTO croce processionale
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MATERIA E TECNICA
rame/ laminazione/ battitura/ argentatura
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LOCALIZZAZIONE Bobbio (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si può tentare di stabilire una possibile provenienza di questo manufatto mettendolo in relazione con il complesso di San Colombano a Bobbio. La frazione di Vaccarezza sembra infatti strettamente legata con il vicino centro monastico; non solo la chiesa di Sant'Eustachio risulta essere stata una sorta di cappella privata della famiglia bobbiese dei Monticelli, ma un tale Giacomino da Vaccarezza fondò nel 1378 all'interno dell'abbazia di San Colombano una cappella dedicata alla Madonna (Fiori 1965, p. 260). E' lecito dunque presupporre una qualche circolazione di oggetti, ed in particolare di arredi ecclesiastici, tra i due centri vicini. La tipologia di questa croce astile da una parte rinvia direttamente ad uno specifico uso processionale (Navoni, in Milano 1997, pp.34-35) così come è consueto il suo programma iconografico, dall'altra può essere messa in relazione con un nucleo omogeneo di opere presenti nell'area centro-settentrionale. Un pezzo che può essere avvicinato alla croce di Vaccarezza è la croce argentea della chiesa di Noli (Savona) datata 1417 per la quale è stata proposta una derivazione dalla cultura toscana (Di Fabio 1991, pp.244-245). Se il modellato delle figure di Vaccarezza presenta talvolta modi un po' impacciati e arcaicizzanti (si veda il San Giovanni solcato da dure pieghe concentriche e con la capigliatura definita mediante una doppia corona di riccioli globulari, oppure l'angelo realizzato attraverso l'utilizzo di un unico modello) pure il contesto di appartenenza sembra rinviare non solo alla coeva oreficeria toscana quanto alla più ampia produzione di area abruzzese. Una produzione questa notevole non solo per qualità e quantità ma anche per la sua straordinaria diffusione (Pace 1972; Toesca 1951, p. 908). In area lombarda ecco comparire alcuni esemplari come quello dell'Ospedale Civile di Desio o nel Museo della Badia di San Gemolo e in alcune collezioni private (Zastrow De Meis 1975, pp.66-67) che richiamano direttamente l'oreficeria abruzzese più che la contemporanea produzione lombarda (Zastrow 1978; Cambell 1988, p.12). A Vaccarezza la cultura figurativa sembra in qualche modo più attardata e più che alla contemporanea produzione pittorica, così come è stato proposto per alcuni pezzi liguri (Natale 1989, p.375), sembrerebbe guardare a forme e pratiche di oreficeria già ampiamente diffuse e codificate in area centroitaliana e il collegamento con l'area abruzzese sarebbe una prova ulteriore della circolazione di opere e manufatti in epoca tre-quattrocentesca. D'altra parte si può anche ricordare come a partire dalla fine del secolo XVI, in seguito al matrimonio di Margherita d'Austria, parte dei feudi d'Abruzzo si legò politicamente ed economicamente al ducato di Parma e Piacenza e frequenti furono gli scambi di opere e manufatti, anche appartenenti ad epoche precedent (Fonti 1994). L'utilizzo di sottili lamine di rame battuto, infine, dimostra la predilezione per questo metallo che a partire dalla metà del secolo XIII soppiantò non solo il più prezioso argento, ma anche il bronzo, per la realizzazione delle suppellettili liturgiche
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800309924
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1998
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0