Didone abbandonata da Enea

dipinto, 1700 - 1749

Raffigurazione di Didone abbandonata da Enea. La donna è inginocchiata con le braccia aperte, in veste bianca coperta da manto blu, con un corsetto ricamato. Sul petto porta una catena di pietre preziose ed indossa orecchini pendenti; i compagni di Enea indossano armature e mantelli con elmi e pennacchi. Uno di loro tiene una lancia. Sullo sfondo uno scorcio di paesaggio. Cornice con battuta a forma di drappo attorcigliato. Fascia esterna profonda ornata da foglie accartocciate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
    legno/ doratura/ intaglio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa Sforza Fogliani
  • INDIRIZZO Viale Rimembranze, 87, Alseno (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, ricordato in un inventario del 1969 come opera di Sebastiano Ricci raffigurante Enea che lascia Andromaca, si riferisce invece all'episodio di Enea che abbandona Didone. Costituisce un indizio chiarificatore la presenza delle navi sullo sfondo ed i gesti decisi dei compagni che chiamano Enea. Non sembra plausibile invece inserire il dipinto in uno dei tredici quadri raffiguranti episodi della guerra di Troia indicati nell'inventario del 13 luglio 1674 (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Archivio Fogliani, tomo XXVI). Il dipinto presenta una parte superiore di discreta fattura a cui corrispondono brani più trascurati nella parte più inferiore che non possono spiegarsi esclusivamente con una situazione conservativa più precaria, ma che forse presuppongono l'intervento di aiuti di modesta capacità. Stilisticamente alcuni elementi richiamano la tradizione bolognese, come le piccole teste rifinite che richiamano Donato Creti ed il profilo sfuggente della donna che richiama Giuseppe Maria Crespi. Le soluzioni luministiche e la disgregazione della materia cromatica sembrano rifarsi agli esiti della pittura veneta. Vicino ad esempi veneti del genere del Pellegrini e di Sebastiano Ricci sono i rapporti proporzionali delle figure e l'esecuzione delle mani con le lunghe dita sottili. Del tutto assente invece l'impasto cromatico veneto; l'opera va quindi assegnata ad un pittore emiliano dei primi decenni del secolo XVIII
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800259943
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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