decorazione pittorica, 1724 - 1725

Lungo tutto il perimetro della stanza corre una decorazione composta da una serie di medaglioni ovali contenenti i ritratti di vescovi di Bobbio con un'iscrizione che li identifica

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • ATTRIBUZIONI Porro Francesco (notizie Sec. Xviii)
  • LOCALIZZAZIONE Bobbio (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa campagna di decorazione del salone del palazzo vescovile venne eseguita dal pittore Francesco Porro tra il 1724 e il 1725 per espresso volere del vescovo Idelfonso Manara (1716-1726). Il Levati infatti scrive che "dal pittore Francesco Porro di Milano, che condecorava di pitture la Cattedrale, volle che il suo pennello abbelisse anche la residenza vescovile...nella sala nobile...ornò con la serie dei vescovi di Bobbio a larghi ovali, ove pure attualmente si trova il suo ritratto in affresco, tutto questo eseguito dallo stesso pittore". Che la serie di dipinti ad affresco della "sala nobile" del Palazzo vescovile fosse già ultimata prima della morte del Manara, nel 1726, al contrario degli affreschi del duomo che furono invece ultimati durante l'episcopato del suo successore Carlo Cornaccioli, ci è testimoniato dal compilatore dell'inventario dei beni del palazzo vescovile redatto il 27 marzo 1726 in cui si cita "nella sala magna episcopale quale resta nuovamente pitturata con li ritratti di tutti l'Ill.mi t Rev.mi monsignori vescovi antecessori et altre pitture " (Archivi storici Bobiensi -Archivio Vescovile Busta inventari Palazzo vescovile). Questi affreschi non furono i soli eseguiti dal Porro negli ambienti del Palazzo Vescovile guacchè il pittore realizzò anche il soffitto del salone e di un locale attiguo e altri affreschi oggi perduti: un affresco raffigurante "La fuga in Egitto" un "San GIuseppe" e un arco con la data 1725 nel giardino, un altro affresco nella "camera che resta in cima alla scala" con "tutte le parrocchie della diocesi" (Inventario 1776). L'attività compiuta a Bobbio da Francesco Porro rimane pertanto il nucleo più noto dell'attività di questo artista noto solo per aver eseguito decorazione quadraturistiche in S. Simpliciano a Milano a una Pala d'altare in S. Protasio alle Tenaglie. Come ha giustamente osservato la Franchini Guelfi esiste nell'opera del Porro una confluenza di varie componenti stilistiche, tutte lombarde: dal Castellino e del Legnanino. Per l'attività bobiese (1723-1726) c'è da osservare come esistano precisi rimandi stilistici tra le quadrature architettoniche. La serie di ovali contenenti i ritratti dei vescovi di Bobbio trova, seppure spesso la definizione della loro tipologia è assai generica, precisi riscontri con gli ovali monocromi del presbiterio bobiese, anche se in questo caso la qualità sembra essere inferiore non a caso la Franchini Guelfi ha affermato che "le sue virtù ed i suoi goffi ritratti di vescovi, avulsi dal movimentato e festoso contesto dei fastigi ondulati, dalle cornici ricurve, dei tendaggi svolazzanti, appaiono rigidi e vuoti, come fissati in immobilità innaturale" (pag. 102)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800239530
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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