Annunciazione
dipinto,
ca 1490 - ca 1499
La scena è divisa in due parti: sulla sinistra è raffigurato un angelo annunziante, vestito con un ampia tunica damascata, all'interno di un ambiente chiuso, con una finestra sulla sinistra. Le pareti sono delimitate in basso e in alto da uno zoccolo monocromo con raffigurazioni classiche. Fa da censura alla scena una colonna e una arcata, con decorazioni classiche etondi con teste di imperatori romani, entro la quale è raffigurata la Vergine, alle cui spalle si intravede una stanza da letto e un'ulteriore arcata che consente l'accesso in altri ambienti della casa
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LOCALIZZAZIONE Bobbio (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo affresco venne rinvenuto nel 1910 sotto una scialbatura eseguita nel 1630 quando, in seguito ad una pestilenza l'intera decorazione ad affresco della cappella venne ricoperta da uno spesso strato di calice. Come hagiustamente messo in luce la Ceschi Lavagetto, la cultura del maestro di Bobbio appare complessa attenta ai vari influssi propri della tradizione più intimamente lombarda. E' infatti possibile individuare in questa scena alcune direttrici culturali di massima. Innanzitutto è forte la componentefoppesca. Rimandano al Foppa non solo talune tipologie generali (la scenasembra infatti memore dell'analoga Annunciazione affrescata dal Foppa nella chiesa di Sant' Eustorgio e di quella, forse ancor più pregnante, di Isolabella) ma anche altri particolari stilistici. La capigliatura dell'angelo costruita mediante raffinate lumeggiature rimanda ancora una volta al Foppa di Sant' Eustorgio e al tempo stesso sembra avvertire già le soluzioni adottate dal Bramante per i suoi "uomini d'arme". L'ampia tunica damascata della creatura angelica se riconduce ad ampio ventaglio di rimandi pittorici, dal Butinone allo Zenale fino a giungere al Bergognone della pala pavese di Sant' Ambrogio del 1490, pure esplicita ancora una volta un preciso recupero foppesco (si veda ad esempio la Madonna del libro dei Musei Civici di Milano), come al Foppa rinvia anche la dettagliata costruzione prospettica della scena scandita dalla geometria del pavimento ed in grado diricreare squarci spaziali entro la camera della Vergine. Ma la componentefoppesca non è sufficiente per spiegare la cultura del maestro di Bobbio.Il dispiegamento di citazioni e riferimenti archeologici ci induce infatti a considerare un'altra sfera di influenza: quella milanese del Bramante.Al Bramante dell'incisione Precedari del 1481 sembra infatti far riferimento il pittore nel momento in cui popola la sua architettura di tondi con teste di imperatori romani, ben riconoscibili Vespasiano e Augusto, con zoccoli e cornici con scene di battaglia e con putti. Così come bramantesca è l'invenzione dell'arcata "ruinosa" che sembra un puntuale riflesso dell'incisione anzidetta e partecipa allo stesso clima di diffusa cultura rinnovata che faceva già la sua comparsa a Casal Gerola o che informava l'operadi Giovanni Donato Monfortano a San Pietro in Gessate o dello Spanzotti, sempre nell'ultimo decennio del XV secolo. Ci sono nell'opera di Bobbio delle inflessioni culturali comunque diverse che ci permettono di allargare ancora di più l'orizzonte dei rimandi più o meno espliciti. Infatti i rimandi "archeologici" si fanno nell'Annunciazione di Bobbio sempre più puntuali e calzanti. L'anonimo frescante non silimita ad inserire tondi e monocromi, nella ricerca di una mimesi materica che desidera "fingere" con la pittura il bronzo e il marmo, ma cerca una fonte d'ispirazione più diretta ed erudita. Nello zoccolo della stanza con l'Angelo annunziante infatti i rilievi con cavalli e scene di battaglia sembrano in qualche modo desunte da un'osservazione diretta di pezzi romani o di una loro trascrizione dettagliata in disegni. In particolare l'episodio raffigurato in basso con cavalli al galoppo che aggrediscono un gruppo di soldati che si parano con scudi, sembra essere apparentato in qualche modo con i rilievi dell'arco di Costantino o della Colonna Traiana. Ed è suggestivo pensare che il frescante di Bobbio possa essere venuto in qualche modo in contatto con taluni disegni del Perugino raffiguranti per l'appunto una identica scena di battaglia (Parigi, Museo del Louvre), un Perugino che, ricordiamo per inciso, penetrava nell'area pavese allo scadere del XV secolo con un suo polittico. D'altra parte se noi osserviamo anche la colonna che fa da cesura alla scena dell'Annunciazione possiamo constatare come la sua tipologia, con il fusto partito con una sorta di base a balaustro e con il capitello bipartito,non trovi alcun riscontro con la pratica foppesca o bramantesca. Per trovare i suoi modelli bisogna rivolgersi alla Pavia dei Rodari e dell'Amadeo o rinviare ad un altro testo, forse ancor più eccentrico, il Cristo flagellato del Museo di San Paolo fuori le Mura di Roma comunemente riferito ad un maestro di cultura e formazione lombarda, opera quest'ultima che si spiega poi solo se messa in stretto contatto con l'attività pavese del Bergognone. Per questa serie di motivi il riferimento alle pitture dell'episcopio ostiense suggerito dalla Ceschi Lavagetto pare essere un ulteriore puntodi partenza dal quale prendere il via per arrivare a spiegare l'arte di questo artista bobiense. Artista che poteva anche far parte di una bottega ben più nutrita, come stanno a dimostrare le giornate lavorative. Se inoltre pensiamo al fatto che nella medesima cappella si collochino nuclei pittorici tardoquattrocenteschi, diversi per modi e orientamenti, allora si potrà forse formulare l'ipotesi di una compresenza a Bobbio, sullo scadere del XV secolo di un nucleo di
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800237715
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0