organo - bottega padovana (sec. XX)
organo,
1964 - 1964
Collocato in cantoria sulla navata centrale "in cornu Evangelii". Cassa lignea addossata al muro con ante dipinte, con fregi intagliati, con dorature e con decorazioni. Facciata di 33 canne, a cinque cuspidi (5/9/5/9/5) con le due minori sormontate ciascuna da un'altra cuspide di 9 canne mute
- OGGETTO organo
- AMBITO CULTURALE Bottega Padovana
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Ruffatti (?)
- LOCALIZZAZIONE Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa chiesa è annessa al monastero dei PP. Benedettini; non si ha notizia della presenza di organi in questa chiesa nel trecento. I promotori della riforma di S. Giustina, alla cui Congregazione il monastero di S. Pietro fu aggregato nel 1434, ribadirono per parecchi anni l'obbligo di fedeltà al repertorio monodico gregoriano. Fino al 1438 il Capitolo della Congregazione vietò di costruire organi nei monasteri che non ne possedevano e permise che, dove già ne esisteva uno, fosse suonato solo "in duplicibus maioribus". Nel 1444 furono emanate le prime concessioni in deroga alle ordinanze suddette e nel 1454 anche il monastero di S. Pietro di Modena ottenne il permesso di collocare in chiesa un organo; è presumibile che poco tempo dopo lo strumento sia stato comprato, ma non se ne conosce 1'autore. Verso il 1476 si iniziò la costruzione della nuova chiesa, che doveva essere già completata nel 1511, anno nel quale fu stipulato un contratto con l'organista Giovanni Martio 0 Mantio "per suonare tutte le feste e tutti i doppi minori, per 11 ducati annui", presumibilmente sull'organo trasportato dalla vecchia alla nuova chiesa. Consacrato il nuovo tempio, nel 1518, i monaci pensarono anche a far costruire un nuovo organo. Nel 1519 fu raggiunto un accordo con 1'organare bresciano Giovanni Battista Pacchetti; lo strumento doveva essere di 12 piedi, avere una tastiera di cinquanta tasti (presumibilmente dal Fa al La senza Fa diesis e Sol diesis ), il Ripieno esteso" fino alla Vige- simanona, due registri di Flauto (uno in ottava e l'altro in quintadecima) e tutti i registri esclusi i Flauti, dovevano essere "duplicati" e se necessario "triplicati" negli acuti. Tuttavia il Pacchetti non fabbricò subito lo strumento e fu necessario rinnovare il contratto nel 1523; l'anno successivo la costruzione dell'organo era ultimata. Nel 1546 furono dipinte le portelle da uno dei fratelli Munari. Nel corso di un restauro dello strumento operato dal modenese Teofilo Galli nel 1562 fu aggiunto fra l'altro un registro di "Trombe de piro". L'organo fu poi restaurato nel 1640 (o 1643?) da un organare anonimo, mentre nel 1715 toccò a Domenico Traeri mettere mano allo strumento che rischiava di essere rovinato dai pipistrelli. Nel 1798 i monaci Benedettini furono soppressi per ordine del governo napoleonico, ma la chiesa rimase aperta al culto come parrocchiale; l'organo si salvò dalla devastazione operata dalle truppe austriache e napoletane qui alloggiate nel 1814. 1 Benedettini furono ripristinati in S. Pietro dal duca Francesco IV nel 1816; l'organo fu restaurato probabilmente da Luigi Cappelletti poco prima del 1833 e da Ermenegildo Sighinolfi nel 1837. Nell'anno 1900, nel corso di restauri più generali della chiesa, la parte interna dell'organo fu malamente smontata dai muratori e il tratto di arco murario che era stato anticamente tagliato per alloggiarvi parte delle canne fu rinchiuso. Pochi anni dopo Giosuè Battani fabbricò un piccolo strumento "sperimentale" nel coro della chiesa e pare che in un anno imprecisato dopo il 1922 fabbricasse e collocasse anche dentro l'antica cassa cinquecentesca un suo strumento. Secondo quanto riferito dai monaci nel secondo dopoguerra il piccolo organo Battani fu consegnato ad un sedicente organaro (Farina?) per essere restaurato, ma non fu più restituito. Nel 1964 entro la cassa dell'organo Facchetti fu posto un nuovo organo della ditta Ruffatti di Padova riutilizzando le antiche canne di facciata
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800235737
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 1991
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI sulla base del prospetto della cassa - "Joannes Baptista Brixiensis fecit MDXXIIII" - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0