organo,
1771 - 1771
Traeri Agostino (notizie Metà Sec. Xviii)
notizie metà sec. XVIII
Collocato in cantoria sulla navata "in cornu Epistolae". Cassa lignea addossata al muro, con fregi intagliati e con ridipintura a tempera. Facciata di 33 canne dal Fa1 del Principale I, a cinque cuspidi i (5/9/5/9/5) con le minori sormontate ciascuna da una cuspide di 7 canne; labbro superiore "a mitria"
- OGGETTO organo
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ATTRIBUZIONI
Traeri Agostino (notizie Metà Sec. Xviii)
- LOCALIZZAZIONE Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa di S. Agostino fu costruita nella prima metà del trecento dai frati Eremitani detti poi Agostiniani. Secondo quanto riferito dal Forciroli e dal Tiraboschi (e riportato dal Soli) nel 1391, o poco dopo, fu collocato presso l'organo il sarcofago di Francesco ed Atto Attolini. La presenza di un organo già verso la fine del '300 pare poi essere confermata dal Soli stesso quando ricorda che l'effigie di fra Dionigio Restani, vescovo di Modena morto nell'anno 1400, fu dipinta sotto la tribuna dell'organo. Nel 1518 i frati si accordarono col bresciano Giovanni Battista Pacchetti perché costruisse un nuovo organo, di 12 piedi, con ambito di 50 tasti (Fa-1 -La4 senza i primi due e l'ultimo "cromatici") e composto di 8 registri. La costruzione dell'organo terminò l'anno successivo, ed il lavoro dovette riscuotere un notevole successo, tanto che i monaci di S. Pietro stipularono nello stesso 1519 un contrato coi Facchetti perchè realizzasse anche nella loro chiesa uno strumento simile. Nel 1606 l'organo di S. Agostino subì uno spostamento in occasione dei lavori di ristrutturazione del coro e del presbiterio della chiesa, ma fu nella seconda metà del seicento che lo strumento fu sottoposto ad una vistosa trasformazione. Il duca Alfonso IV aveva fatto celebrare nel 1659 in questa i solenni funerali del padre Francesco I; nel corso della solenne cerimonia le pareti e la volta della chiesa rimasero danneggiate dal fumo dei moltissimi ceri e gli Este decisero di finanziare i necessari lavori di restauro. Nel 1663, a restauri generali ormai ultimati, fu anche rifatta secondo il gusto seicentesco la mostra dell'organo, per mano dell'intagliatore modenese Pellegrino Trevisi. Nel 1762 i padri Agostiniani furono costretti, per ordine ducale, ad abbandonare la loro chiesa ed a traslocare in quella di S. Maria delle Assi. L'Opera Pia Generale dei Poveri, alla quale fu destinato il loro convento, pagò ai frati una ingente sorcina come parte del valore delle campane, organo e utensili. In questa occasione fu stilata dall'organare Agostino Traeri una interessante perizia, nella quale l'organo venne descritto con tre registri in più di quelli collocati in origine dal Pacchetti e cioè un registro di Ripieno, un Flauto e la Voce Umana. Agostino affermò inoltre nella sua relazione che dal suo maestro (cioè Domenico Traeri) erano stati aggiunti tempo prima il Mi-Re-Ut e quattro tasti nei soprani, evidentemente per portare l'ambito della tastiera dal Do al Do . Pochi anni dopo, nel 1771, toccò allo stesso Agostino Traeri rifare in gran parte l'organo. Pur non essendo stato rintracciato l'elenco principale dei lavori svolti, ma solo quello relativo ad un'aggiunta ulteriore non preventivata, si può affermare che dopo questo intervento dell'organo Pacchetti restava solo buona parte delle canne. Il numero delle parrocchie di Modena, nell'anno 1774, fu ridotto a sole cinque. Ad una di queste fu data per sede la chiesa di S. Agostino, ove si riunirono le già parrocchie di S. Michele e di S. Maria Pomposa, assegnandole il titolo di S. Michele in S. Maria Pomposa. L'organo fu consegnato assieme ad altri arredi dall'Opera Pia al parroco D. Giovanni Simonini. In un inventario redatto nel1773 si annota la presenza, oltre che dell'organo grande di 14 registri, anche di un secondo organo posto sulla cantoria opposta, descritto come "piccolo". Questo strumento fu poi venduto nel 1777 alle monache di S. Chiara di Reggio Emilia. L'Opera Pia ebbe cura dell'organo grande dal 1774 al 1881, poi la chiesa di S. Agostino passò di proprietà comunale nel 1883 e si accollò tutti gli oneri che erano dell'Opera Pia. Durante la prima guerra mondiale fu occupata dai militari e con essi l'organo subì gravi danni. Iniziò così un periodo estremamente pericoloso per l'integrità della parte antica dell'organo, perché sull'onda della riforma ceciliana e di nuove tecniche costruttive gli organar! tendevano a far apparire questo strumento come un rudere di nessun pregio. Fortunatamente, malgrado si moltipllcassero in pochi anni i progetti di "riforma", il nostro organo riuscì ancora a conservarsi pressoché integro. Il 10 marzo 1926 la giunta comunale deliberò di stanziare £. 20000 per l'organo di S. Agostino e altre spese, e 1'organare Paolo Gazza fece qualche riparazione al crivello ed ai mantici; nel 1931 toccò ad Abele Marenzi eseguire qualche altro lavoro di riparazione. Ancora la ditta Marenzi compi qualche restauro nel 1934 poi, secondo quanto riferito dal fu parroco di S. Agostino mons. Ferruccio Richeldi, un sedicente organaro a nome della ditta Malvestlo rubò all'interno dello strumento 73 canne e tagliò striscie di metallo dalla parete posteriore delle tre maggiori canne in stagno della facciata. Purtroppo, piuttosto che affrontare la spesa del risarcimento del metallo mancante, si preferì far sostituire da Emilio Catellani, nel 1958, l'intera facciata cinquecentesca di 33 canne di stagno con altrettante di zinco
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800235734
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 1991
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI manoscritta sulla tavola di catenacciatura dei registri dal davanti - (P.) S.P. T.3 V.9 V.6 V.2 D.9 C.° Q.10 Ott.a V.U. F.8 C.° F.12 C.° C.°" - a stampo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0