organo di Tacconi (sec. XX)

organo, 1903 - 1903
Tacconi (notizie 1880)
notizie 1880

Prospetto suddiviso in 5 campate di cui quelle di posizione pari sono minori

  • OGGETTO organo
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Tacconi (notizie 1880)
  • LOCALIZZAZIONE Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'antica chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo fu ceduta ai PP. Gesuiti nel 1603. La nuova chiesa fu inaugurata, benchè ancora non completata, nel 1614. Nel 1616 i Padri ricevettero un organo, probabilmente un positivo, lasciato loro in legato testamentario dal musicista Geminiano Luvetti (o Caoilupi), discepolo di Orazio Vecchi. Non è noto se Antonio Colonna - come asserì successivamente Antonio Traeri - abbia effettivamente costruito il grande organo fi S. Bartolomeo e in quale anno ciò sia avvenuto; forse fra il febbraio ed il luglio 1640, perchè in questo lasso di tempo si interrompono le spese relative alla musica nei libri di conti della chiesa. Inoltre nel testamento di Girolamo della Torre redatto nel 1639 venivano lasciati 100 ducatoni ai Padri "a fine d'applicarsi all'organo che s'ha da fare in detta chiesa...", ducatoni poi pagati dagli eredi nel maggio 1639. Tuttavia nel 1651 si notarono alcune spese "per mandare a tuore l'organo a Parma" e non a Bologna, luogo di dimora del Colonna; sotto la stessa voce di spesa, nell'arco di alcuni mesi, vi sono altre spese per la calcina, gesso e sabbione, il che fa pensare al montaggio di un organo da muro o quantomeno di una nuova cassa imnorsata alla parete della chiesa. Troviamo poi che nel 1656 i Padri Gesuiti si accordarono con l'organare Giulio Savani di Carpi perché costruisse un nuovo organo di otto piedi con sei registri e con una tastiera di 45 tasti. Si trattava presumibilmente di uno strumento da collocarsi sulla cantoria opposta a quella dell'organo grande; i Gesuiti consegnavano in sconto di prezzo al Savani un piccolo organo verosimilmente quello lasciato a suo tempo in legato testamentario dal Capilupi. Il Savani ritardò di un anno la consegna del nuovo organo. In quegli anni un gesuita organare, Willem Hermans, stava collocando, per incarico dei superiori, parecchi strumenti nelle chiese dell'Ordine; l'Hermans era portatore di una ventata di novità nell'arte organarla italiana, poiché impostava il suo lavoro sui modelli d'oltralpe. Il Collegio dei Gesuiti di Modena riuscì a far giungere qui l'Hermans nel 1600 e a fargli ampliare l'organo grande aggiungendo un secondo organo con relativa tastiera. Una prima parte dei lavori fu effettuata tra, l'aprile e l'agosto 1660. Costretto dai numerosi impegni ad abbandonare il lavoro incompiuto, il frate ritornò nel gennaio 1661 per ripartire nel luglio, a lavori finalmente ultimati. L'Hermans fu aiutato nei suoi lavori da frate Alippi, del collegio modenese, da un organista di Carpi (e figlio) non meglio specificati (forse il Savani), da un certo mastro Gemi-niano da Carpi, marangone, e da altri imprecisati artigiani che martellarono le lastre di stagno e di piombo per le canne e che lavorarono anche delle "canne di latta". L'organo dei Gesuiti era diventato a quel punto quanto di più monumentale si potesse trovare nella seconda metà del seicento nel nostro territorio, sia per la maestosità del prospetto della cassa che per la quantità e la varietà dei registri dei quali risultava composto. I Gesuiti ebbero poi cura di tenere sempre lo strumento in perfetta efficienza. Così nel 1662, 1666 e 1671 troviamo segnalate nei libri di conti somme modeste pagate ad un organaro imprecisato. Nel 1680 per motivi analoghi si cita "il sig. Prosparo", (probabilmente Prospero Vasti) e nel 1684 si raggiunge un accordo con Tonmaso Nobili perché prendesse cura stabile dell'organo, ma pare che l'organare si allontanasse da Modena poco tempo dopo. Nel 1691 i Gesuiti affrontarono 1'ingenti ssima spesa di doratura delle casse dell'organo e del finto controrgano e non mancarono di fare ripassare contemporaneamente la parte fonica dello strumento più grande. Bisogna poi passare al 1717 per trovare annotate £. 1200 di spesa accordate a Domenico Traeri per accomodatura dell'organo e aggiunta di un Principale Secondo. Le ultime annotazioni di spesa per l'organo nei libri di conti della chiesa risalgono agli anni 1740 e 1752. Nel 1773, il Collegio di Modena venne soppresso dal pontefice assieme agli altri dello stesso ordine ed i beni assegnati al Patrimonio degli Studi di Modena. Nell'inventario redatto in tale occasione l'organo venne descritto di 16 piedi, composto di 18 registri e di due tastiere; fu venduto per ben £.24000 ai PP. Francescani, trasferitisi dal Convento di S. Francesco in questo di S. Bartolomeo. La stima dell'organo, effettuata da Agostino Traeri il 25 febbraio 1774, è accompagnata da una minuziosa relazione sulla composizione e stato dello strumento. E' sua fra l'altro l'affermazione che il corpo d'organo principale fosse di Antonio Dal Corno detto il Colonna e che il Principale Secondo fosse stato aggiunto da Domenico Traeri; non conosceva però il nome dell'artefice del secondo organo, che si limitò ad indicare come "un padre Gesuita oltramontano". I PP. Francescani vennero allontanati essi pure dal convento e chiesa di S. Bartolomeo nel 1783, per essere riuniti a quelli di Carpi, Reggio E. e Correggio[...]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800235725
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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