Annunciazione; Natività di Gesù con San Ludovico D'Angiò e donatore; Adorazione dei Magi

dipinto,

La scena centrale è quasi completamente distrutta dall'inserzione di una lapide del 1751; i colori sono freschi e vivaci

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piacentino-lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Fiorenzuola d'Arda (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A Ghidiglia Quintavalle (1969, p.38) ipotizza che anche questo ciclo di affreschi potrebbe essere assegnato alla stessa maestranza che ha condotto la decorazione con i "Fatti della vita di Cristo" nella chiesa dell'Annunciazione di Borno, cioè a uno o più seguaci di Giovan Pietro da Cemmo, operanti già nel primo quarto del XVI secolo. In particolare però la Quintavalle associa l'Annunciazione di Fiorenzuola e quella dipinta dal maestro nella chiesa di S. Rocco a Bagolino nel 1486 per le analogie tipologiche nella figura della Vergine e per certe assonanze nel modo di condurre la complessa architettura.devoti nelle lunette superiori. Mentre la studiosa propendeva quindi a considerare il ciclo fiorenzuolano eseguito in due tempi, nel 1493 gli affreschi dei ranghi superiori (compresi quelli frammentari) e qualche anno dopo i "Miracoli di S. Fiorenzo" e queste "Storie della Vergine", più recentemente la critica ha preferito considerarli esito di un'unica campagna esecutiva e maestranza: C. Longeri (1997) sottolinea la compresenza di un retaggio tardogotico (il rincorrersi dei manti, la presentazione frontale dei santi e la resa miniaturistica dei particolari) e stilemi rinascimentali (la salda volumetria cui aspirano alcuni personaggi, le curiose architetture, l'inserimento di personaggi vestiti alla moderna, le figure dei committenti indagati con attenzione ritrattistica) in un linguaggio padano che pare riconducibile ad un maestro "locale, con una pratica artigianale avviata nella periferia meridionale del Ducato" milanese, pittore ignoto allo stato attuale della ricerca, ma attivo in zona anche a Gossolengo, con affreschi nella Cappella del castello. Anche P. Ceschi Lavagetto (1997) riconosce nei dipinti di Fiorenzuola l'impronta di un'unica personalità, presumibilmente formatasi in loco, nonostante sia possibile rilevare in essi alcune diversità di intonazione legate alla presenza di aiuti.Questi affreschi della fascia sottostante l'organo costituiscono i brani superstiti di un ciclo originariamente esteso a tutta la parete della campata, rapportabile allo stesso maestro dells torie di S. Fiorenzo, gravemente danneggiato per l'inserimento dello strumento e della lastra tombale di Pier Francesco Salomoni. Dalla visita pastorale del Vescovo Castelli del 1579 in questa campata è documentata la presenza di un altare dedicato alla Natività della Vergine: questo fa supporre un ciclo di argomento mariano che trova logica conclusione con la nascita di Cristo (in origine gli episodi dovevano essere 9, cfr Ceschi Lavagetto p.783). Secondo C. Lonegri (pp.37-38) la presenza di San Ludovico, riconoscibile per il saio e il piviale gigliato, è da associare ad una specifica devozione, magari legata ad un motivo di carattere onomastico; l'altare nel 1579 risultava di patronato della famiglia Landi e probabilmente lo era anche nel tardo Quattrocento, quando e documentariamente attestato a Fiorenzuola un Ludovico Landi, forse committente dell'opera (va sottolineta l'attenzione ritrattistica con cui è tratteggiato il volto del donatore)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800113004
  • ENTE SCHEDATORE S36 (L. 145/92)
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE