Madonna in adorazione del Bambito dormiente tra San Sebastiano e San Rocco e due donatori

dipinto,

Affresco di carattere votivo per la presenza dei donatori inginocchiati e l'iconografia della Verine in mandorla.Al di sotto della raffigurazione è una fascia decorativa a conchiglie allineate simulante una cornice aggettante su peducci

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piacentino-lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Fiorenzuola d'Arda (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Augusta Ghidiglia Quintavalle (1969, pp.35-39) propone di distinguere due diverse mani all'interno dei cicli pittorici presenti nella chiesa Collegiata; individua una stessa mano per tutta la decorazione dell'abside, escludendo la fascia inferiore (Storie di S. Fiorenzo) cui assimila invece i dipinti della sona sotto l'organo ed alcuni frammenti di affresco dislocati nel terzo e nel quarto pilastro dei destra. Le sette lunette ad arco acuto che costituiscono la fascia superiore della decorazione absidale sarebbero da attribuire, secondo la Quintavalle (1969 p.37), per le caratteristiche architetture a quei pittori vicini a Gian Giacomo da Lodi che dipinsero le vele della cupola nell'Oratorio Mantegazza a Cascina Olona con la raffigurazione dei "Dottori della Chiesa" (1465) o "Il presepe" della Chiesa DI S. Maria Cressanoro a Castelleone (cfr. Mazzini 1965, pp.460-465, tavv.186-192 e202-206). Ma per quanto riguarda le lunette, parrebbe (Frabetti, schedatura 1980) che lo sfondo architettonico ed il modo di trattare le figure, in particolare quelle a carattere devozionale, più che alla cerchia di Gian Giacomo da Lodi, siano da ascrivere ad un pittore assai vicino a quello della Madonna del Carmine a S. Felice del Benaco, cioè ad un maestro di scuola foppo-mantegnesca. Infatti le lunette presentano un plasticismo derivato dall'apporto innovatore dei due maestri lombardi che supera decisamente il momento neogotico caratteristico di Gian Giacomo da Lodi. Mentre l'architettura è pienamente rinascimentale come nelle altre lunette, il motivo iconografico della Madonna racchiusa nella mandorla attinge a moduli arcaici. Pure C. Longeri (1997) sottolinea la compresenza di un retaggio tardogotico (il rincorrersi dei manti, la presentazione frontale dei santi e la resa miniaturistica dei particolari) e stilemi rinascimentali (la salda volumetria cui aspirano alcuni personaggi, le curiose architetture, l'inserimento di personaggi vestiti alla moderna, le figure dei committenti indagati con attenzione ritrattistica) in un linguaggio padano che pare riconducibile ad un maestro "locale, con una pratica artigianale avviata nella periferia meridionale del Ducato" milanese, pittore ignoto allo stato attuale della ricrca, ma attivo in zona anche a Gossolengo, con affreschi nella Cappella del castello. Anche P. Ceschi Lavagetto (1997) riconosce nei dipinti di Fiorenzuola l'impronta di un'unica personalità, presumibilmente formatasi in loco, nonostante sia possibile rilevare in essi alcune diversità di intonazione legate alla presenza di aiuri, e propende ad ascriverli ad un unica campagna di lavori. Questo registro, suddiviso in sette lunette alla base delle vele della crociera, svolge una tematica prevalentemente mariana e devozionale, in cui la presenza dei donatori suggerisce un'interpretazion votiva delle raffigurazioni e segnala al contempo la volontà autocelebrativa dei committenti, membri tra i più eminenti della comunità cittadina; la sottostante fascia decorativa indica invece la ricerca di integrazione fra pitture e architettura, di cui si fingono illusivamente elementi (Longeri). I due ritratti dei donatori di profilo si caratterizzano per un forte realismo, già messo in luce dalla Quintavalle (1969, p.37), "contrappunto" alla standardizzazione delle figure devozionali; C. Longeri (p.36) avanza una cauta ipotesi sul riconoscimento dei due committenti effigiati, che in base ai due stemmi affrontati alla base dell'affresco, recanti identica iscrizione "ALB", potrebbero essere identificati come membri della Famiglia degli Albertenzone, attivi come notai fin dal '200 e documentati come canonici del Capitolo della Collegiata
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800112982
  • ENTE SCHEDATORE S36 (L. 145/92)
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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