Madonna con Santi e anime del Purgatorio

pala d'altare, post 1763 - ante 1787

Nella parte alta, al centro, l'immagine iconica della Madonna di S. Maria in Cosmedin (Bocca della Verità) di Roma, a mezza figura, tra S. Nicolò da Bari a capo scoperto, parato da vescovo, a sinistra, e il Beato Mariano Biondi di Barbiano, terziario francescano (+1495). Nella parte bassa due angeli custodi traggono dal Purgatorio anime di peccatori

  • OGGETTO pala d'altare
  • ATTRIBUZIONI Gottarelli Angelo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Cotignola (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cappella poi detta del Suffragio è una delle due dal lato a cornu epistulae prossimo all'altare maggiore che il fondatore della nuova chiesa agli inizia del Settecento, l'arciprete Giacomo Maria Manzoni, eresse sino alla copertura (mentre il resto della chiesa rimane alzato a breve altezzza e fu poi completato dai successori nel 1792). La cappella venne dotata dal Manzoni in associazione col sacerdote Giovan Battista Biondi, con due distinti rogiti del notaio Ludovico Valvassori di Lugo nella stessa data del 28 luglio 1718. Il Manzoni, che a Roma era stato parroco a S. Maria in Cosmedin e a S. Nicolò da Bari, volle l'altare intitolato a queste due devozioni, e vi istituì una propria cappellania in favore dei discendenti Manzoni che avessero abbracciato il sacerdozio. Il Biondi per canto suo istituì un proprio legato intitolato alle Anime del Purgatorio, sotto la protezione del Beato Mariano che riteneva suo ascendente. L'attribuzione al Gottarelli, che è attendibilissima, si trova solo nell'Inventario 1827 dell'arcip. Giuseppe Fiorini (arch. parrocchiale). Sia per il fatto che il Gottarelli è nato nel 1740, sia per il dato certo che solo del 1763 è il decreto del vescovo Bandi di dotare la cappella (la parrocchia era nel frattempo in economia, i lavori furono ripresi nel 1787 e terminati nel 1790), è chiaro che nel 1718 furono solo fissati i termini della figurazione, e che l'esecuzione è da collocare tra il 1763 e il 1787. Tra le due è più probabile una data arretrata: lo desumiamo dal fatto che il dipinto mostra una cultura di tipo veneto, specie nella parte più animata in basso, con le figure di scorcio e mosse, molto diversa dai modi conosciuti nel Gottarelli nella fase avanzata, tanto meno in quella della finale attività ottocentesca in cui sembra addirittura un altro pittore completamente neoclassico. La cosa potrebbe trovare una spiegazione dal dato nuovo che emerge proprio a Barbiano da una notizia sin qui inedita. Ci informa infatti l'Inventario 1877 dell'arciprete Michele Baruzzi (in archivio parrocchiale) che una pala già nella terza cappella di sinistra, con le sante martiri Apollonia, Lucia, Dorotea e Agata, e S. Antonio abate (tela andata distrutta nell'ultimo conflitto) era opera di collaborazione del "Gottarelli padre e figlio". I casi sono due: os si intende Gottarelli pare di Angelo, pittore educato sui modi veneti, o Gottarelli angelo con la collaborazione di un figlio che dovrebbe essere il Giuseppe di cui si ha notizia a Imola per un quadro al Carmine del 1824 (Villa-Gambetti, "Pittura imolese", p. 42). E' più probabile la seconda ipotesi. Baldisserri (1923) inspiegabilmente da il quadro per perduto, ma precisa i lasciti e i benefici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800085930
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1974
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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