contadina che scuoia una lepre
dipinto,
Resani Arcangelo (attribuito)
1670/ 1740
Cignani Carlo (scuola)
1628/ 1719
La contadina, seduta e attorniata dai cani, sorregge la lepre e guarda a destra, verso l'asino che ha sulla groppa il carniere pieno. Sul fondo scuro dominano i bruni rossastri; cornice liscia, modanata, in legno dorato
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Resani Arcangelo (attribuito): pittore
Cignani Carlo (scuola)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE palazzo Prati Savorelli
- INDIRIZZO corso Armando Diaz, 49, Forlì (FC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è stato cautamente restituito ad Arcangelo Resani da Angelo Mazza (2004, p. 184; cfr. inoltre Palloni 2016), pittore romano che si afferma nella prima metà del Settecento tra Bologna e la Romagna grazie alle nature morte e soprattutto per l’abilità nella raffigurazione di animali. Esemplare della sua produzione di genere è il capolavoro “Pointer Inglese, sporta di canne e pernice”, conservato presso la Pinacoteca Comunale di Faenza. Gian Pietro Zanotti è tra i primi a sostenere il talento dell’amico Resani e l’elogio che gli dedica all’interno della biografia di Lorenzo Pasinelli, “pittore in molti generi eccellente ma inarrivabile poi negli animali” (G. P. Zanotti, Nuovo fregio di gloria a Felsina sempre pittrice nella vita di Lorenzo Pasinelli pittor bolognese, Bologna 1703, p. 97), conferma un crescente apprezzamento anche tra i protagonisti dell’ambiente artistico bolognese. Non solo l’attenzione dello Zanotti e del Pasinelli, anche Cignani richiede difatti la collaborazione di Resani durante i lavori sulla cupola della “Madonna del fuoco”. La riconosciuta e ricercata specificità nel genere cosiddetto ‘minore’, frutto di una lucida sintesi tra modelli emiliani e fiamminghi, non impedirà comunque al romano, personalità eclettica dedita anche agli interessi arcadico-letterari, di misurarsi con la figura umana e con le composizioni di soggetto religioso, dimostrando una certa versatilità di fronte ai diversi registri espressivi. Consolidato il suo ruolo tra Bologna, Faenza e Ravenna (con commissioni rilevanti anche a Ferrara e nella provincia), non è però chiaro quando affianca il Cignani a Forlì. Dopo trasferte “in diverse città di Toscana” e un viaggio a Venezia, secondo l’Abecedario pittorico di Pellegrino Antonio Orlandi (1704), sappiamo che nei primi anni del Settecento si trova a Ravenna, dove lascia nella chiesa di San Domenico due dipinti firmati e datati 1701 e 1704. Recenti studi hanno poi accertato che nel 1723 Resani si sposta da Faenza per un breve periodo a Forlì (probabilmente il secondo soggiorno), per eseguire “sette specchi di carattere religioso per la confraternita di San Giovanni Battista decollato detta delle Stimmate, una commissione di cui però non resta traccia e in quello stesso anno farà ritorno a Ravenna” (Palloni in Pittura in quiete, p. 113). Probabilmente in questo lasso di tempo dipinge scene agresti e pastorali per la nobiltà locale, come “Anziana contadina con gallina” e “Giovane con asino”, commissionati dal conte Fabrizio Antonio Monsignani (Palloni 2016). L’attività forlivese del Resani trova un ulteriore significativo appoggio nell’inventario 1750 della quadreria Merenda, che testimonia la presenza di suoi “vari animali”, assieme ai “frutti” del forlivese Giovanni Antonio Nessoli “bravissimo pittore in tale cose naturali e di masserizie domestiche che sembrano vere” (Limarzi 1982, pp. 283-284; Palloni 2018, p. 234; Ead. in Pittura in quiete, p. 112). Considerando tale contesto e la contiguità tra le famiglie Merenda e Prati Savorelli, sempre intorno al 1723 si potrebbe collocare l’esecuzione della “Contadina che scuoia la lepre”. Si tratta di un’opera che riveste un certo interesse per le non piccole dimensioni e per l’impaginato che rendono protagonista una attività prosaica, a riprova della ampio gradimento del genere rustico tra la clientela nobile e colta. L’anonimo compilatore della “Nota di quadri che meritano restauro, e nomi degli autori”, contenuta nel fascicolo degli inventari otto-novecenteschi delle raccolte d’arte Prati Savorelli, assegna “Uomo con somaro” (n. 12) a “Gamberini” (Giuseppe Gambarini, Bologna 1680 – Casalecchio di Reno 1725): tela che potrebbe corrispondere alla presente
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800052283
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1992
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2022
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0