La Madonna del Fuoco, San Giuliano e San Luigi Gonzaga. Madonna del Fuoco e santi

dipinto,

Il dipinto raffigura, su sfondo monocromo, a sinistra, San Giuliano, coperto di serpi e scorpioni, immerso fino alla cintola in un pozzo, ad indicarne il supplizio patito. A destra, San Luigi Gonzaga, vestito con la cotta, inginocchiato in atto orante. In basso, seminascosta, la corona simbolo delle origini principesche del Santo. Al centro, la Vergine sorregge il Bimbo in piedi con un giglio nella mano sinistra e un piccolo cuore nell'altra. Una raffigurazione, questa, estranea all'iconografia della Beata Vergine del Fuoco, cui però fanno esplicito riferimento le fiamme, il sole e la luna. Senza cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Zampa Giacomo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Casali attribuisce il dipinto allo Zampa nella sua Guida del 1883; in quell'epoca risulta collocato sull'altare della piccola chiesa di San Giuliano, annessa al vecchio seminario cittadino, nell'attuale Via Solferino. L'attribuzione e collocazione è confermata da T. Zampa alla fine del secolo scorso e dal Bagattoni nel 1922, che la vede collocata in un corridoio del Seminario. L'opera non figura fra quelle elencate nel libro del Viroli (1988) mentre è pubblicata dal Versari (1987, n.4) che ne parla ampiamente: "La composizione pittorica risponde con evidenza alla richieste della committenza, in questo caso i superiori del Seminario, mossa da intenti pedagogici oltrechè culturali. Si propone perciò agli alunni del Seminario la devozione per la Madonna del Fuoco e per il Sacro Cuore di Gesu'. Nel contempo si indica a modello la figura di San Luigi, patrono della gioventu' studiosa, esempio di purezza e di umiltà. La raffigurazione del martirio di San Giuliano e, in un certo senso, obbligata dalla titolazione, ab antiquo, della chiesa del Seminario. I vincoli imposti dalla committenza giustificano solo in parte un risultato pittorico complessivamente non eccelso. Si manifesta inoltre una debolezza cromatica non estranea, forse, allo stato complessivo della tela, di cui si auspica un restauro conservativo. Alcune incertezze esecutive si palesano nel pozzo e nella cotta di San Luigi. Confronti stilistici, oltrechè riscontri documentari, consentono con certezza di attribuire la tela allo Zampa. I tratti somatici dei volti, come evidenziato dal Viroli nella sua monografia sull'artista, sono quelli ricorrenti nello Zampa: naso appuntito, bocca piccola; caratteristiche inoltre, le pose morbide delle figure, richiamenti la destinazione strettamente devozionale del dipinto. Una datazione, riportata in un antico cartiglio posto inferiormente alla tela, purtroppo non completamente leggibile, pare far risalire al 1759 o al 1769 l'anno di esecuzione. La non completa maturità pittorica dimostrata nell'esecuzione porta ad attribuire l'opera al periodo giovanile dell'artista, spostando alla fine della prima metà del secolo XVIII l'anno di esecuzione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800034493
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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