Madonna in trono con Bambino e Santi

dipinto, ante 1390 - post 1399

Al centro è la Madonna in trono col Bambino in piedi che le solletica il mento. A destra sono S. Antonio Abate, riconoscibile dal libro e dalla campanella, e San Cristoforo col Bambino in spalla in posizione frontale. Rappresentazione quest'ultima rarain Emilia e più diffusa in Toscana. A sinistra sono i due Santi cavalieri: Floriano, con l'attributo del fiore e della spada, e Giorgio. Lo stato di conservazione di quest'ultimo è particolarmente degradato, e ne resta quasi solo la preparazione. La materia, sicuramente in gran parte stesa a secco, è caduta in modo simile a quello già riscontrato in dipinto tardogotici che presentano caratteri simili, come la "Madonna e Santi" del campanile di S. Francesco, attribuita a Pietro Lianori

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Scannabecchi Lippo Detto Lippo Di Dalmasio (1377-1410): ESECUZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Al centro è la Madonna in trono col Bambino in piedi che le solletica il mento, secondo un'iconografia non frequentatissima ma presente nella pittura del secondo Trecento. Il prezioso dipinto, di cui al momento non si sono rinvenute citazioni sicure nella letteratura e nella guidistica storica di Bologna, venne pubblicato da Guido Zucchini nel 1934 (BIBH 10000227). L'opera allora si trovava nella collocazione originaria su una parete della casa Giovannetti presso S. Paolo di Ravone, non lontano da via Saragozza. Lo studioso ipotizzava che il dipinto facesse parte della decorazione della primitiva chiesa di S. Paolo, di cui si sono perse le tracce. L'attribuzione a Lippo di Dalmasio era da lui proposta in base al confronto con testimonianze allora riferite al più noto e diffuso maestro di Bologna tardogotica. In particolare lo Zucchini vi notava rapporti con la "Trinità" nel chiostro di S. Domenico, pure da lui pubblicata nella stessa occasione. Ma quell'opera, firmata PETRUS, è oggi giudicata quale testimonianza di un altro maestro tardogotico, Pietro di Giovanni dalle Tovaglie. Pur con somiglianze rispetto all'opera nota di Lippo, il riferimento diretto non sembra sicuro: gli studi più recenti hanno infatti ampliato il panorama pittorico dell'epoca con l'individuazione di nuove personalità artistiche. Già si sono viste le particolarità iconografiche del dipinto: stilisticamente l'opera rivela evidenti toscanismi accanto a ricordi di Tommaso da Modena. In figure come il S. Giorgio o la stessa Madonna trapela la cultura petroniana, intorno al Lianori e a Pietro di Giovanni dalle Tovaglie, pur con suggestioni di maestri del tardo Trecento come Simone. Ove riferibile a Lippo, potrebbe essere datato alla sua prima maturità, quando, intorno al momento di fondazione di S. Petronio egli collaborava col grande e poco noto Giovanni di Ottonello
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800033315
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO Albonico
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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