altare, 1589 - 1593

Altare in marmo, stucco modellato, gesso e legno

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • ATTRIBUZIONI Borelli Giuseppe (notizie 1693/ 1745): esecutore
    Piò Angelo (1690/ 1770): disegnatore/esecutore
    Cerasi Giovanni Filippo (notizie 1737-1739): disegnatore
    Marchesi Giuseppe Detto Sansone (1699/ 1771)
    Santini Giacomo (notizie 1800)
    Orsoni Giuseppe (1691/ 1755)
    Ambrosini Floriano (1557/ 1621)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica di S. Domenico
  • INDIRIZZO piazza S. Domenico, 13, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La discussione per la realizzazione di un nuovo, monumentale altare per la cappella del Rosario iniziò il 16 gennaio 1589. Il 5 marzo vennero nominate due commissioni: una doveva occuparsi del reperimento dei fondi, l'altra doveva occuparsi della scelta degli artisti sia per l'architettura dell'altare che per il quadro dell'ancona. Il 21 dicembre 1589 tra i vari progetti presentati venne scelto quello dell'architetto Floriano Ambrosini. L'altare fu compiuto nel 1592-1593. Il basamento venne realizzato in marmo (scelto a Verona nel marzo del 1591 dallo stesso Ambrosini); le colonne e la trabeazione sono in laterizio rifinito a stucco; i capitelli sono in stucco modellati da Ambrosini; le basi, le cornici ed altri ornamenti sono in marmo di Carrara (scelto da Lazzaro Casario). L'ancona racchiude una nicchia architettonica a pianta circolare disegnata dallo stesso Ambrosini: l'interno dorato è spartito in cinque spicchi da colonne binate che affiancano finestre con timpani e che reggono una trabeazione su cui si imposta la cupola a cassettoni. All'interno della nicchia nel 1602 fu collocata una nuova Madonna del Rosario in stucco dipinto e dorato e nel 1603 fu eseguita la coperta in tela non più esistente rappresentante la Madonna del Rosario con san Giovanni evangelista e san Domenico che, montata su un rullo, scendeva davanti alla statua coprendola. Nei documenti della cappella del Rosario padre Alce ha individuato in un certo Corazza il nome dell'autore della coperta della statua. E' molto probabile che il nome debba essere letto come Carazza e che quindi si tratti di un Carracci: probabilmente Ludovico, uno dei principali pittori dei Misteri del Rosario che furono eseguiti tra il 1599 e il 1600 (cfra scheda num. 00051401). Del resto non è noto alcun pittore di nome Corazza operante all'inizio del Seicento e non è plausibile che la Congregazione del Rosario abbia commissionato ad uno sconosciuto la coperta della statua che a quei tempi era quasi sempre visibile. In occasione dei lavori di rinnovamento che comportarono l'unificazione stilistica dell'interno della chiesa e che coinvolsero anche la cappella Guidotti, Carlo Francesco Dotti nel 1730 progettò anche un nuovo altare per la cappella del Rosario. Nel 1737, dopo che fu scartata la proposta troppo costosa di un nuovo altare, si procedette ad un abbellimento dell'ancona dell'Ambrosini e il pittore Giuseppe Orsoni fu incaricato di disegnare una cimasa barocca. Sulla base del progetto lo scultore Giuseppe Borelli eseguì in stucco le cornici e le nuvole sorreggenti i due angeli crocigeri, la cornice in stucco dorato destinata a contenere la tela con il San Giovanni evangelista di Giuseppe Marchesi, le volute a mensola rovesciata che fungono da base alle Allegorie dei misteri mariani gaudiosi, dolorosi e gloriosi realizzate da Angelo Gabriello Piò. Lo stesso Orsoni dipinse a finto marmo le colonne, i pilastri e le altre parti architettoniche dell'altare. Nella stessa occasione si rinnovò il frontale in velluto rosso e intagli in legno dorato e, probabilmente, si aggiunsero il serto di fiori in legno intagliato e dorato che incornicia la nicchia e quello che orna la parte anteriore dell'altare. E' documentato, infatti, che il doratore Giovanni Filippo Cerasi applicò centinaia di foglie d'oro sulle cornici e negli ornati. L'arredo dell'altare del Rosario fu notevolmente impoverito dalle spoliazioni francesi. Nel settembre del 1800 Giacomo Santini disegnò il nuovo altare con i gradini in marmo e il paliotto, la mensa, le scaffe e il tabernacolo in legno in uso ancora oggi. All'opera lavorarono il muratore Giuseppe Verardi, l'intagliatore Gaudenzio Alba, i falegnami Giacomo Santini e Antonio Galuppini, il doratore Giovacchino Bartolotti, il marmorino Gaetano Rossi, il magnano Giuseppe Albertoni e il fabbro Francesco Camelli. All'altare si accompagnano due mensole laterali in legno dipinto a finto marmo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800028167-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1998
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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