Cristo in gloria e San Luigi di Francia, San Bartolomeo, Sant'Antonio da Padova

dipinto, ca 1573 - ca 1573

In primo piano in basso, da sinistra, appaiono: san Luigi di Francia, semiinginocchiato su scalino, in veste verde e manto giallo e lilla, con corona in capo, mano sinistra al petto, scettro nella destra; viso di profilo verso l'alto. L'apostolo Bartolomeo è in piedi al centro, in veste lilla e manto verde, lunga barba nera, il corpo di profilo, il viso scorciato verso l'osservante cui indica la gloria di Cristo con la sinistra, mentre la destra regge libro chiuso e piccola mannaia. Sant'Antonio da Padova è inginocchiato a destra, di profilo, in abito monastico, con libro e giglio nella sinistra e cuore ardente nella desta, sollevata in alto. Al sommo, su nubi, circondato da angeli e angioletti e da alone luminoso, appare assiso il Redentore

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura
  • MISURE Altezza: 338
    Larghezza: 230
  • ATTRIBUZIONI Sabatini Lorenzo Detto Lorenzino Da Bologna (1530 Ca./ 1576): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica di S. Domenico
  • INDIRIZZO piazza S. Domenico, 13, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli ultimi studi della critica sono concordi nell'attribuire il dipinto, già nella cappella Ghislardi, alla mano del Sabatini, già indicatone l'autore dal Cavazzoni nel 1603; un dubbio era stato avanzato dal Malvasia che nel 1686 affermava: "... quando non sia del Samacchini, è del Sabbatini, la maniera de' quali così coincide che alle volte difficilmente si distingue". La cappella fu costruita tra il 1530 e il 1535, ma solo nel 1571, Antonio Musotti, figlio adottivo di Ludovico Ghisilardi e suo erede, provvede all'ornamentazione della cappella e, in particolare, alla tavola d'altare; il 29 gennaio 1573 Lorenzo Sabatini rilascia ricevuta di 85 scudi d'oro "a bon conto" della tavola d'altare della cappella. Winkelmann ha individuato nel dipinto forti legami stilistici con il manierismo tosco-romano e, soprattutto, con artisti come Federico Zuccari e Girolamo Muziano. Il dipinto risente dell'ambiente romano non solo per quanto riguarda lo stile, la composizione e l'iconografia, ma anche per quanto riguarda la tecnica utilizzata dal Sabatini che è stata analizzata in sede di restauro: la presenza di leganti temperosi, diffusa in molte zone del dipinto, "richiama in effetti modi esecutivi propri del manierismo centroitaliano e in particolare romano" (D'Amico). Tali consonanze hanno fatto ipotizzare a Winkelmann un soggiorno romano dell'artista tra il 1570-1571 e il 1573, periodo privo di documenti attestanti la presenza dell'artista a Bologna. Presso il Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi è conservato il disegno preparatorio per la figura di sant'Antonio da Padova (inv. n. 1466 F). La presenza dei santi Luigi di Francia (confuso dal Malvasia con san Sigismondo), Bartolomeo e Antonio abate fu richiesta specificatamente dai committenti che volevano nella pala i loro santi eponimi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800025103
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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