Aria e Fuoco. Giunone nella fucina di Vulcano

dipinto,

Tela di formato rettangolare a sviluppo orizzontale. L'episodio, noto come la Fucina di Vulcano, rappresenta un'allegoria dell'Aria (personificata da Giunone) e del Fuoco (Vulcano). All'interno di una caverna, l'arcigno Vulcano, intento a forgiare la punta di una freccia, si volta verso la madre Giunone, assisa su di un trono d'oro. La divinità femminile indica una coppia di amorini che giocano con due pavoni. Tra i bronzetti dipinti in primo piano, è identificabile il gruppo con Ercole e il centauro Nesso, modello del Giambologna

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Castiglione, Giovanni Benedetto (detto Il Grechetto) (1609/ 1664): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto di Grechetto, acquisito dalle Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola nel 2022, costituiva il pendant dell’Offerta a Cerere (collezione privata). La coppia di tele illustra un’allegoria dei quattro elementi naturali: il dipinto Spinola rappresenta l’Aria e il Fuoco in abbinamento alla Terra e all’Acqua, presenti nell’opera di collezione privata. Eseguiti durante il periodo genovese tra il rientro da Napoli del Castiglione e il secondo soggiorno romano, i dipinti erano ubicati a Genova al secondo piano nobile del palazzo di Vicenzo Spinola di Strada Nuova - meglio noto come Palazzo di Nicolosio Lomellino - secondo l’inventario redatto il 20 aprile 1689 (cfr. Fonti e Documenti; Borniotto 2021; Simonetti 1990). Le opere del Grechetto, parte della grandiosa collezione di Vincenzo Spinola e della moglie Orietta Centurione, restarono nella dimora gentilizia almeno fino al 1780, ricordate qui dalla letteratura periegetica cittadina (Carlo Giuseppe Ratti nella sua Instruzione […], 1780, p. 271). In seguito, i dipinti si spostarono nel vicino Palazzo Doria di Strada Nuova (“Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818” in Poleggi 1969), dove più tardi, nel 1847, li vide anche Federigo Alizeri. Ancora insieme per la mostra genovese del 1990 dedicata al Castiglione, la coppia fu separata poco dopo (Simonetti in Anversa & Genova, 2003; Simonetti in Dipinti dal collezionismo privato, 2003). É significativo che nell’inventario di Francesco Spinola, padre di Vincenzo, redatto nell’ottobre del 1667 (Gambino 2016; l'inventario si conserva presso l'Archivio di Stato di Genova), la tela in esame fosse già ricordata: questa presenza potrebbe comportare l’ipotesi di una commissione diretta dello Spinola al Castiglione, negli anni attorno al 1645. I quattro elementi evocati dagli episodi mitologici implicano un’interpretazione del reale come “trionfo di una natura incontrastata o meglio di una natura protagonista e specchio dell’uomo stesso” (Montanari 2015, p. 161): i traboccanti cosmi dipinti dall’artista si offrono quali paradigmi interpretativi per la comprensione della condizione umana
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377372
  • NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE 5743
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - CASTIL[…] - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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