Ratto delle Sabine

dipinto

Tela di formato rettangolare a sviluppo orizzontale, di grandi dimensioni. Celebre episodio tratto dalla storia dell'antica Roma (Plutarco): rappresenta il rapimento delle donne sabine organizzato da Romolo e dai suoi compagni durante la festa del dio Conso. Lo sviluppo orizzontale del dipinto permette alla composizione di dipanarsi nella concatenazione delle figure: la narrazione si snoda infatti da sinistra verso destra - trovando reiterazione nelle due figure femminili con braccio alzato verso l'alto - per concludersi nella coppia di bambini, posti nell'angolo destro

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI De Ferrari Orazio (1606/ 1657): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è stata pubblicata nel 1997 da Piero Donati, occasione in cui fu ricondotta all’autografia di Orazio De Ferrari, grazie anche alla scoperta del monogramma lasciato dall’artista genovese nell’angolo inferiore sinistro (opera già riferita da Torriti 1970 al pittore; cfr Zanelli 2022, p. 148). La critica ritiene concordemente che il dipinto sia da riferirsi ad una commissione delle alte gerarchie dell’oligarchia genovese, destinato “al privato godimento di stanze e salotti” in ragione del soggetto profano raffigurato (Marengo 2016, p. 62). Anche il formato della tela, a sviluppo orizzontale, rientra pienamente nella tipologia delle opere da quadreria privata da appendere negli ambienti di rappresentanza delle dimore gentilizie. “Capolavoro di grande impatto scenico e di esuberanza coloristica memore di Rubens e Van Dyck”, il dipinto di Orazio De Ferrari documenta un periodo piuttosto produttivo - “particolarmente propizio e di fervente attività, scandito da opere firmate e datate (laddove in precedenza firme e date sono quasi inesistenti)”- nel corso del quale si avvicendarono incarichi pubblichi e privati, “nel pieno della sua maturità artistica” (Orlando 2016, p. 22). Chiave di volta per successo dell’attività del maestro nativo di Voltri, fu il trasferimento nel 1634 della bottega a Genova, cambiamento che permise l’apertura verso una nuova facoltosa clientela (Zanelli 2022, p. 143). L’opera, documentata nel 1970 e nel 1982 presso la quadreria del Palazzo Cattaneo Adorno di Strada Nuova a Genova (Torriti 1970 e 1982), fu acquistata nel 2021 dallo Stato italiano per destinarla alle Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola (nel museo si conserva anche del medesimo autore la tela con la "Decollazione del Battista", inv. GNL 119/2020, scheda OA 0700377356)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377356
  • NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE 146
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Spinola di Pellicceria
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • ISCRIZIONI angolo inferiore sinistro - HF/ 1640 [monogramma] - capitale, numeri arabi - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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