ascensione di Cristo

dipinto, 1483 - 1483

Raffigurato in un cielo color oro, in una mandorla di cherubini, è raffigurato Cristo con una tunica azzurra bordata d'oro, le mani benedicenti, nei palmi le stimmate. Ai lati due angeli alati speculari, con cartigli. Al di sotto delle figure celesti, una folla composta dagli apostoli e dalla Vergine, raffigurata frontalmente con le mani giunte

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno di pioppo/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Brea Ludovico (1450 Ca./ Ante 1523): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa fondamentale testimonianza della produzione pittorica di Ludovico Brea venne menzionata per la prima volta dallo storico ligure Raffaele Soprani all'interno della biografia dedicata all'artista nizzardo contenuta nelle Vite de' Pittori, Scoltori ed Architetti Genovese, e de' Forastieri che in Genova operarono edite nel centro portuale nel 1674 (p. 12). Lo storico ricordò infatti la presenza "in S. Maria di Consolazione" di Genova della "Gloriosa Ascensione di Cristo Salvator Nostro" recante in basso l'iscrizione "Ad laudem summi, scandentisque Etera Christi; Petrus de Fattio divino munere fecit hoc opus impingi Ludovico Niciae natus 1483. die 17 Augusti". Sulla base di quanto riportato nella suddetta iscrizione, andata purtroppo perduta in quanto verosimilmente inserita in corrispondenza del bordo inferiore della carpenteria, il dipinto, che in origine costituiva lo scomparto centrale di un'ancona di notevoli dimensioni poi smembrata, fu commissionato all'artista dal notaio genovese Pietro Di Fazio nel 1483 per la propria cappella sita nell'antica chiesa della Consolazione in Artoria (Val Bisagno), come ulteriormente ribadito nel secolo seguente da Carlo Giuseppe Ratti rielaborando la biografia seicentesca tracciata da Soprani (R. Soprani, C.G. Ratti, Vite de' pittori, scultori et architetti genovesi e de' forestieri che in Genova operarono, Genova 1768, p. 21). Della tavola, trasferita nella nuova sede della chiesa della Consolazione edificata a partire dal 1682 nel borgo di San Vincenzo, risultavano perse le tracce almeno dalla fine del XVIII secolo (F. Alizeri, Notizie dei Professori del Disegno in Liguria dalle origini al XVI secolo, Genova 1873, vol. 2, p. 299). L'opera venne forse allontanata dalla chiesa della Consolazione intorno al 1810, quando i religiosi agostiniani dovettero abbandonare il convento a seguito delle soppressioni napoleoniche. Come documentato da Federigo Alizeri la tavola fu in seguito acquistata "con signorile animo in certo paesello della Riviera" dai "patrizi Negrotto" e nel 1868 venne esposta, con l'attribuzione a Ludovico Brea, dal marchese G.B. Negrotto-Cambiaso in occasione dell'Esposizione Artistico Archeologico Industriale allestita presso l'Accademia Ligustica di Genova
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700258367
  • NUMERO D'INVENTARIO SBAS 121489
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Spinola di Pellicceria
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
    2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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