Ritratto di principessa con cagnolino. Principessa

dipinto, post 1590 - ante 1610

Si tratta di un tipico ritratto di corte in auge tra le principali monarchie europee per gran parte del Cinquecento. L'abito segue la moda spagnola dell'ultimo quarto del XVI secolo e isola il corpo come in una lussuosa corazza. La donna, giovane (probabilmente sui vent'anni), porta sul capo un diadema a corona con esile struttura in oro, decorato da perle e gemme. L'abito ha un rigido busto triangolare sul quale poggia un ampio collare a lattuga; sulle spalle ha un mantello blu profilato d'ermellino e decorato con aquile bianche coronate. La gonna è ampia, a cono e sul petto poggia una voluminosa catena d'oro, perle e gemme con pesante pendente. Ai polsi preziosi bracciali. Con la mano destra la donna sfiora il dorso di un cagnolino bianco accucciato su un tavolino coperto da un drappo, mentre con l'altra stringe un paio di guanti bianchi. Forse l'opera venne realizzata in occasione delle sue nozze, forse aveva en pendant quella del consorte

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il volto è costruito da una materia diafana, sottile e compatta, quasi senza segno del pennello, mentre il costume è reso grazie a una tecnica compendiaria, colore a corpo, brevi e materici colpi di luce, profonde ombreggiature e una resa a tratti più grossolana, tanto che Leoncini (2008, p. 134) ipotizza possano riconoscersi due diverse mani pur nell’ambito della stessa bottega. Non è nota l’identità dell’effigiata e due sono oggi le ipotesi più ragionevoli: o si tratta di Maria Christierna, figlia di Carlo II imperatore d’Austria e di Maria di Baviera (1574-1621) o forse è la duchessa di Savoia Caterina Micaela d’Asburgo (1567-1597), infanta di Spagna, moglie di Carlo Emanuele I, figlia di Filippo II. Non si tratta di una copia settecentesca, ma bensì di una tela ascrivibile alla fine del Cinquecento, quasi certamente replica di un prototipo non ancora identificato, utile per diffondere l’immagine ufficiale della dama. Interessante ricordare che nelle collezioni del Castello Sforzesco si conserva un ritratto a figura intera della stessa principessa, ugualmente abbigliata e inserita in un analogo scenario d’ambiente. Anche quella tela, così come quella qui in esame, non ha però una attribuzione definita. L’inventario del 1836 certifica che anche quest’opera (come le altre tre dell’attuale Camera da letto) venne trasferita da Torino tra il 1823 e il 1830, verosimilmente per decorare i quattro sovrapporta lasciati vuoti dai Durazzo. Nell’inventario del 1830 la dama era detta “regina vestita di bianco” e nei successivi fino a quello del 1877 le quattro sovrapporte venivano ricordate tutte insieme come “Ritratti di persone reali”. A inizio XX secolo l’effigiata era stata identificata in Renata di Francia, figlia di Luigi XII, ipotesi confermata anche nell’inventario del 1925. In quello del 1950 invece, forse per un refuso, veniva chiamata Maria di Francia, proposta – in realtà impossibile – che però è stata riconfermata da tutta la critica successiva
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700034817
  • NUMERO D'INVENTARIO 709
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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