L'empietà di Niobe. Niobe e Latona

arazzo, post 1600 - ante 1610

In primo piano sulla sinistra è Niobe, avvolta in preziose vesti intessute d’oro. La regina è intenta a dissuadere il popolo tebano dal sacrificare alla dea Latona, esponendo i motivi che la rendono più degna di onori divini. In secondo piano è collocato il tempio della dea, la cui statua la raffigura seduta con nelle mani i simboli dei suoi figli, il Sole e la Luna. Davanti al tempio una donna, che si rivolge verso la folla più vicina a Niobe e che indica con un gesto la statua, sta esortando il popolo a compiere i sacrifici richiesti. È la profetessa Manto. Nella scena si riconosce un sacerdote, accanto all’altare su cui brucia l’incenso, che sembra dirigere le preghiere di un gruppetto di persone in adorazione, le cui tempie sono cinte di alloro come prescritto dalla profetessa. Intorno a Niobe, invece, le persone che stavano portando gli animali sacrificali al tempio sono state fermate dalle parole della regina, che li convincerà ad abbandonare i riti dovuti, scatenando così l'ira della dea

  • OGGETTO arazzo
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Parigina
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manifattura Parigina Gobelins
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo magnifico arazzo, insieme agli altri due conservati nel medesimo Palazzo e anch’essi dedicati alle storie di Diana, costituiscono alcuni tra i più antichi panni giunti fino a noi. Grazie infatti ai monogrammi dei tessitori presenti lungo le bordure – lungo il lato destro “FM” oggi purtroppo non più scioglibile, nella cimosa inferiore "LVD" ovvero il monogramma di Lucas van den Daele e vicino la marca della città di Parigi – tutti e tre gli arazzi si sono potuti attribuire alla cosiddetta “boutique d’or”, ovvero al più importante degli atelier facenti parte della manifattura del faubourg Saint-Marcel, sui cartoni del pittore Toussaint Dubreuil, esponente della “seconda scuola di Fontainebleau”. E' stato così possibile specificare che l'esecuzione della serie avvenne intorno al 1610 circa. L’arrivo nelle collezioni di Palazzo Reale dovette avvenire entro la prima metà del Settecento, datano infatti al 1740 gli stucchi che, nell’ambiente che ha preso il nome di Sala degli arazzi, sono stati realizzati appositamente risparmiando le specchiature destinate all’inserimento dei panni. Forse il loro acquisto fu merito di Gio. Luca Durazzo, ambasciatore della Repubblica a Parigi per due volte dal 1659 al 1672 e dal 1673 al 1674. Questa possibilità non ha però, ad oggi, alcun riscontro documentario. I tre panni attualmente conservati in Palazzo Reale dovevano, verosimilmente, essere parte di un ciclo più ampio, oggi però non ancora compiutamente ricostruito
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700034190
  • NUMERO D'INVENTARIO 969
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1985
    2006
    2016
  • ISCRIZIONI cimosa laterale destra, in basso - "FM" oggi non più scioglibile - a cucito - francese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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