Diana cacciatrice. La dea Diana

arazzo, post 1600 - ante 1610

Il primo piano è dominato dalla figura di Diana, abbigliata da cacciatrice, con accanto i fedeli cani da caccia. E' posta in uno spazio naturale aperto, che si perde verso l'orizzonte, popolato da un'altra cacciatrice intenta a tenere al guinzaglio due levrieri, impegnati con altri cani a inseguire un cervo. La bordatura mostra ai quattro angoli robusti cani da caccia seduti e in piedi, mentre lungo i lati - centrati da articolate cartelle contenenti ovali monocromi ispirati all'antico o ancora teste di bracchi - si alternano delfini, teste di fauno, bucrani, conchiglie e girali fitomorfe. Si tratta di un campionario formale e figurativo tipicamente manierista

  • OGGETTO arazzo
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Parigina
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manifattura Parigina Gobelins
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo magnifico arazzo, insieme agli altri due conservati nel medesimo Palazzo (e anch’essi dedicati alle storie di Diana), sono alcuni tra i più antichi panni giunti fino a noi. Grazie infatti ai monogrammi dei tessitori presenti lungo la cimosa di destra – rispettivamente “HT” di Hans (o Jean) Taye e “FM” oggi purtroppo non più scioglibile – tutti e tre gli arazzi si sono potuti attribuire alla cosiddetta “boutique d’or”, ovvero al più importante degli atelier facenti parte della manifattura del faubourg Saint-Marcel, riconducendo così la loro esecuzione al 1610 circa. Molto probabilmente i tre panni oggi a Palazzo Reale facevano parte di una serie più numerosa, andata poi dispersa e oggi non ancora ricostruita. L’arrivo nelle collezioni di Palazzo Reale dovette avvenire entro la prima metà del Settecento, datano infatti al 1740 gli stucchi che, nell’ambiente che ha preso il nome di Sala degli arazzi, sono stati realizzati appositamente risparmiando le specchiature destinate all’inserimento dei panni. Forse il loro acquisto fu merito di Gio. Luca Durazzo, ambasciatore della Repubblica a Parigi per due volte dal 1659 al 1672 e dal 1673 al 1674. Questa possibilità non ha però, ad oggi, alcun riscontro documentario. La reiterata presenza di cani da caccia anche lungo le bordure - in sintonia con anche gli altri due arazzi conservati nel medesimo Palazzo - sembra ulteriormente confermare che i tre panni facessero parte di una unica serie dedicata alla dea della caccia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700034189
  • NUMERO D'INVENTARIO 970
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1985
    2006
    2016
  • ISCRIZIONI cimosa laterale destra, in basso - "HT" di Hans (o Jean) Taye - a cucito - francese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI CORRELATI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1600 - ante 1610

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE