Specchio, opera isolata di Giambrone, Silvia (XX)

Specchio 2021 - 2021

Specchio con piedini d'appoggio, la cui superficie specchiante è stata sostituita da cera di colore bianco, all’interno della quale sono inserite spine di acacia

  • OGGETTO Specchio
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
    Resina
    spine d'acacia
  • ATTRIBUZIONI Giambrone, Silvia (n. 1981)
  • LOCALIZZAZIONE Padova (PD)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE All’interno della poetica di Silvia Giambrone emerge spesso l’impiego di oggetti legati alla dimensione domestica, con una particolare attenzione a quella femminile. Nell’opera Mirror n.12 (2021), appartenente alla serie Mirrors (2018-in corso), l’artista utilizza lo specchio. Attraverso questa scelta, crea un corto circuito visivo: lo specchio viene privato della sua superficie riflettente, sovvertendo così l’uso consueto dell’oggetto. La superficie riflettente viene sostituita con della cera di colore bianco all’interno della quale vengono inserite spine di acacia, una pianta comunemente presente ad Agrigento. Lo specchio si trasforma così in una barriera che intimorisce e, al contempo, interrompe la funzione riflettente: l’immagine che viene restituita spezzata, evidenziando il luogo del trauma attraverso una lacerazione sia fisica sia simbolica. Lo specchio, tradizionalmente considerato simbolo di riflessione e della conoscenza di sé, assume qui il ruolo di una potenziale fonte di inquietudine. La lacerazione richiama le pressioni esercitate dai modelli di perfezione estetica promossi dai media e dalla società, che spesso finiscono per limitare la libertà delle donne. Giambrone adotta lo specchio come metafora della tirannia di genere, interpretandolo quale componente integrante di un sistema più vasto di oppressione. Da elemento che a prima vista potrebbe apparire frivolo, lo specchio si rivela uno strumento capace di dischiudere le dinamiche oppressive e violente sottese. Infatti, l’opera si configura come una riflessione sull’addomesticamento del corpo femminile e sui modelli sociali instaurati dal patriarcato, interrogando le convenzioni legate alla cultura della bellezza e alla normalizzazione del dolore all’interno delle relazioni sociali. L’opera è stata esposta in varie occasioni: tra cui la seconda edizione di Roma Arte in Nuvola (2022) in collaborazione con lo Studio Stefania Miscetti e la galleria Richard Saltoun; e la mostra ART AND HUMAN RIGHTS (2023) presso il Palazzo delle Nazioni di Ginevra in occasione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani con la curatela di Ilaria Bernardi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500738198-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Padova, Treviso e Belluno
  • ENTE SCHEDATORE Università degli Studi di Padova
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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