Putti con una pecora. Putti con una pecora

dipinto ca 1700 - ca 1800

Pittura a olio su tela

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • ATTRIBUZIONI Cignani Carlo (maniera)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI TIZIANO VECELLIO
    Cignani, Carlo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia dei Concordi
  • LOCALIZZAZIONE Accademia dei Concordi
  • INDIRIZZO Piazza Vittorio Emanuele 14, Rovigo (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto venne descritto in collezione Silvestri da Francesco Bartoli (1793) come raffigurante “tre fanciulli, uno dormiente, e due, che pongono una ghirlanda di fiori al collo d’un agnello” e con l’attribuzione a Tiziano. Entrato in Pinacoteca nel 1876, venne ‘declassato’ come appartenente alla scuola di Tiziano nell’inventario del 1930 e nella guida del museo del 1931. L’attribuzione fu poi ulteriormente ampliata con una più generica scuola veneziana del Cinquecento da Maria Bonetti (1953) e da Antonio Romagnolo (1981). Pier Luigi Fantelli (1985) segnala che Federico Zeri fu il primo a ricondurre la tela rodigina ai modi del pittore bolognese Carlo Cignani, ovvero all’artista considerato da Carlo Cesare Malvasia (1686) “il più bravo allievo dell’Albani […] inarrivabile nel colorito”, ponendola in relazione con il San Giovannino dell’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera e con le due composizioni del Bacco ed Erigone della Pinacoteca di Kassel e del Museo Civico di Pesaro. L’attribuzione di Zeri ai modi dell’artista che secondo Daniele Benati (1986) espresse al più alto e coerente grado gli ideali del classicismo bolognese nella cultura figurativa del secondo Seicento, è sostenuta dal confronto con il San Giovannino dell’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, con il Bacco ed Erigone (putti che lottano) del Museo Civico di Pesaro e con la copia dell’ormai perduto Bacco ed Erigone (già nella Pinacoteca di Kassel) della Pinacoteca Comunale di Ravenna, opere queste ultime che tuttavia, secondo Renato Roli (1977), non ritrovano “la grazia indimenticabile dei fanciulli affrescati in San Michele in Bosco tanti anni avanti”. I rimandi all’opera del Cignani risultano evidenti oltre che nell’ “intreccio di putti” “tanto caro al pittore” e proposti nelle pose più varie, nella capigliatura caratterizzata da un’accentuata stempiatura del putto che volge lo sguardo all’osservatore e che si ritrova nel putto volto di schiena ne L’infanzia di Giove del Museo de Arte di Ponce (Porto Rico) o nel putto che sugge il latte materno nella Carità di collezione privata bolognese. E ancora la capigliatura che cade sulla fronte a ciocche appuntite del putto che bacia l’agnello si ritrova nel Cupido del Baccanale di collezione privata – proveniente da un’antica famiglia faentina – e considerato da Beatrice Buscaroli Fabbri (1991) tra i migliori esempi della produzione profana dell’artista. Altri elementi che avvicinano il dipinto ai modi del Cignani si riconoscono nella scelta di far volgere ad un putto lo sguardo verso l’osservatore, così come la presenza di putti dalle braccia e manine paffute. Tuttavia, in questa composizione “libera da esigenze narrative”, se osserviamo le fronti fin troppo pronunciate e stempiate, le arcate sopraccigliari eccessivamente sporgenti, così come gli occhi incavati o le gambe paffute dalle proporzioni sgraziate, nonché la pennellata più libera che non fonde necessariamente i passaggi tonali causando anche contrasti netti e i corpi meno levigati e nitidi, è evidente che il dipinto rodigino non raggiunge la qualità dei dipinti del maestro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730852
  • NUMERO D'INVENTARIO 192
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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