Immacolata Concezione

dipinto ca 1730 - ca 1741

Pittura ad olio su tela

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
  • ATTRIBUZIONI Pittoni Giovanni Battista (1687/ 1767)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia dei Concordi
  • LOCALIZZAZIONE Accademia dei Concordi
  • INDIRIZZO Piazza Vittorio Emanuele 14, Rovigo (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto viene menzionato in prima istanza da Bartoli (1793) nella collezione Silvestri: "L'altro [quadro] con la Santissima Concezione in mezzo a un Coro d'Angeli, e lo Spirito Santo in alto è degno pensiero d'Antonio Balestra Veronese". L'attribuzione al Balestra è stata reiterata fino a che Magagnato, citato da Polazzo (1978), non l'ha espunta dal catalogo del veronese, attribuendola a Carlo Donelli, detto il Vimercati. Mentre Romagnolo (1981) ritornava sull’attribuzione al Balestra, Fantelli (1985), pur riconoscendo le affinità con la produzione del maestro veronese – e segnatamente riconoscendo un debito iconografico nei confronti della tela di analogo soggetto di Gandino, nei pressi di Bergamo – riferiva l'opera ad un pittore veneto della seconda metà del XVII secolo. Come già notato dalla critica, il piccolo dipinto si configura apparentemente come un bozzetto per una pala più grande, fattore che complica la ricerca. Secondo chi scrive, l'opera manifesta un chiaro riferimento all'ambito del Balestra (non solo Gandino, anche la “Vergine del Rosario” per Santa Maria in Organo a Verona (1719)) ed è forse proprio all'interno dei suoi seguaci più stretti che è possibile rintracciare l'autore della tela. Tra i diversi nomi degli allievi noti, spicca Giambattista Pittoni. A costui si riferisce, tra gli altri, un bozzetto recentemente passato per il mercato antiquario londinese (asta Christie's, 8 dicembre 2023, lotto 156) che rappresenta il “Martirio di San Lorenzo”, preparatorio per l'omonima pala della chiesa di San Sisto a Piacenza, la cui esecuzione si colloca nel 1741 circa. Nonostante la tecnica a monocromo, differente rispetto all’esemplare rodigino, sono evidenti numerose affinità stilistiche, tra cui i tocchi di colore corposi e brevi, il movimento della scena, la qualità della resa. Peraltro, anche la forma centinata del bozzetto è curiosamente la medesima. La posa di Maria e ulteriori assonanze si riscontrano parzialmente anche nella “Madonna addolorata” già nella Galleria Palma di Roma (F. Zava Boccazzi, "Pittoni. L'Opera completa", Milano, 1979, p. 121, scheda n. 31), datata tra 1735 e 1745. La figura della Vergine di Rovigo trova eco in altre fanciulle appartenenti ad opere degli anni Trenta, come il “Sacrificio di Polissena” di Stoccarda (Staatsgalerie, 1730 circa), il “Cristo e l'adultera” di Sheffield (Graves Art Gallery, 1730 circa). Per tali evidenze, non si teme di riferire il bozzetto Silvestri, il cui pregio e l'attinenza all'ambito balestriano sono del tutto conclamate, a Giovanni Battista Pittoni. La cronologia resta incerta, ma plausibilmente antecedente al 1741, per via della pennellata meno sciolta e per la dipendenza dai modelli del maestro, e quindi compresa nel quarto decennio del XVIII secolo. La qualità dell’esecuzione, peraltro, rammenta che il Pittoni, a partire dalla metà degli anni Venti, cominciò a produrre bozzetti di grande qualità che rivendeva come opere finite in cui far risaltare la sapiente regia delle figure e gli impasti cromatici raffinati. Tale esemplare si configura come una di queste opere (anche per tale ragione, probabilmente, non è associabile a nessuna pala conosciuta)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730607
  • NUMERO D'INVENTARIO 487
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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