Madonna del castello. Madonna con il bambino

dipinto 1480 - 1490

La Vergine tiene seduto sulle ginocchia il bambino, che cerca l’equilibrio aggrappandosi con la destra allo scollo della veste della madre. Egli si rivolge all’osservatore, mentre la madre lo fissa. Orientata di tre quarti, la Madonna trova posto dietro un davanzale che corre in primo piano. Fa da sfondo, a destra, una parete ricoperta dal tendaletto d’onore. L’apertura a sinistra lascia vedere oltre il muricciolo un paesaggio dominato da un albero alla cui base spunta un virgulto. Vi è raffigurata una conformazione rocciosa e verso il fondo un castelliere a cui si accede mediante un ponte a doppia arcata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Bastiani Lazzaro (notizie 1449/ 1512)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto giunse al Museo di Castelvecchio nel 1871 con la collezione Bernasconi e venne catalogato da Ferrari nello stesso anno con la giusta paternità accertata dalla firma. Nel 1931, Sandberg Vavalà collocava la tavola veronese in una fase avanzata dell’attività del maestro, all’inizio del nono decennio, in prossimità alla realizzazione della “Madonna coronata da angeli” del Correr (inv. 352), della “Sacra conversazione” allora in collezione Wildenstein di Parigi, della lunetta della basilica di Santa Maria e Donato di Murano, datata al 1484, e del trittico Howard. Tale proposta è stata successivamente ripresa e confermata sia da parte di Collobi (1939), sia più di recente da Fossaluzza (2010, pp. 203-206) che, oltre ai confronti già proposti, ha accostato il dipinto veronese ad opere di poco successive, tra cui l’“Incoronazione della Vergine tra i santi Bernardo e Orsola”, firmata e datata 1490, dell’Accademia Carrara di Bergamo, proveniente da Crema, e la pala con “Santa Veneranda in trono tra sante e angeli musicanti” proveniente dalla chiesa delle domenicane del Corpus Domini di Venezia (Gallerie dell’Accademia, inv. 822). Il dibattito critico si è poi concentrato sul rapporto dell’opera veronese con la tavola di Bastiani, di analogo soggetto, del Museo Correr a Venezia (inv. 372). Spetta a Crowe e Cavalcaselle (1871, ed. 1912) rilevare la connessione con la tavola veneziana, considerata replica di quella veronese, tesi sostenuta in seguito da Ludwig e Molmenti (1906) e ribadita anche da Sandberg Vavalà (1931) e Collobi (1939). Nel 1957, a seguito della pulitura dell’esemplare veneziano ad opera di Mauro Pelliccioli (1954), Mariacher sollevò dubbi sull’autografia della nostra opera, ritardandone la datazione a dopo il 1480. Per lo studioso la tavola di Verona «è probabilmente copia non autografa tolta da questo, con firma apocrifa». L’autografia del dipinto Correr venne confermata da Heinemann (1962, p. 218, V.12, fig. 738), che non stabilì il confronto con quello veronese, bensì con l’esemplare della National Gallery di Londra (inv. 1953). A seguito del restauro del dipinto veronese, si deve a Marinelli (1987) la conferma della paternità di Bastiani, che deriva dall’accertamento dell’autenticità della firma. Confrontando le sostanziali coincidenze di misure tra le due tavole, Fossaluzza sosteneva l’esistenza di un cartone ‘memorativo’ dell’opera, atto alla replica da parte dello stesso maestro, secondo una pratica invalsa nelle botteghe veneziane, seppure in modo meno sistematico e più spesso a vantaggio degli stessi maestri anziché dei collaboratori autorizzati. Anche Bastiani era dotato di un’articolata bottega, come si deduce dai suoi impegni di vasto respiro, quali i grandi cicli per le scuole veneziane e, a partire dalla fine degli anni Ottanta, la fornitura dei cartoni per i mosaici della basilica di San Marco. La preparazione di cartoni, oltre ai disegni, era prassi che anch’egli dovette perseguire. Recentemente Russo ha ribadito che, nella sua bottega, «Lazzaro continuava a produrre immagini della Vergine che, pur nell’arida reiterazione dei modelli di famiglia, non dovevano stancare la sua antiquata clientela», come dimostrano altre due redazioni di medesimo soggetto, sovrapponibili alle tavole di Verona e Venezia: si tratta della “Madonna” in Galleria Frascione a Firenze, «già ritenuta autografa ma a ben vedere pittoricamente distante da ogni numero certo dell’opus di Lazzaro, e una seconda, in quella già attestata nella raccolta Schreiber, così caratterizzata sul piano delle variazioni disegnative da suggerirne l’assegnazione a una precisa personalità della pittura veneziana a cavallo fra i due secoli» (Russo 2019, p. 178). Allo stato attuale, come proposto da Fossaluzza, si ritiene che le tavole di Verona e del Correr siano entrambe autografe e dipendenti da uno stesso cartone. Le varianti si inseriscono tutte entro lo schema compositivo fissato. Qualche incertezza si evidenzia nel far posare la mano della Vergine sul davanzale, particolare non riuscito nell’esemplare Correr. Quanto alla qualità esecutiva, e a un ipotizzabile intervento della bottega, va osservato che si tratta di due opere fortemente compromesse nei valori pittorici a causa delle antiche puliture. Tuttavia va riconosciuto come si notino assai spesso nella produzione avanzata di Bastiani analoghi esiti di conservazione deficitaria, dovuti forse alla tecnica impiegata dal maestro e non solo agli interventi di incauto restauro. Tenuto conto di tutto ciò, si riscontra nell’esemplare del Correr una luminosità più diffusa e un disegno più insistito. Con cautela si potrebbe trarre la conclusione che sia questa la prima opera a essere eseguita in ordine di tempo. Il potenziamento chiaroscurale che si avverte nell’esemplare veronese, dalla cromia più terrosa, caratterizza comunque le opere di Bastiani del nono decennio.||||(da Giorgio Fossaluzza 2010, pp. 203-206)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717877
  • NUMERO D'INVENTARIO 889
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI sul parapetto di fondo in basso a sinistra - LAZARVS / BASTIANVS - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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