Festa del Rosario. Madonna del Rosario
dipinto
1600 - 1699
Il dipinto raffigura la Madonna con il bambino in trono incoronata da due angeli, colta nell'atto di porre sulla testa di un pontefice una corona di rose mentre il bambino incorona un personaggio togato. A sinistra, san Domenico e vari angioletti incoronano altre persone. Sullo sfondo un paesaggio con colline e un castello
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Nord-europeo
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Barbieri
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Giunto anonimo dalla collezione Monga, il dipinto fu subito riconosciuto da Antonio Avena (1914) come copia di una delle opere più rinomate della produzione pittorica di Dürer, la "Festa del Rosario" realizzata per la chiesa di San Bartolomeo al Rialto a Venezia nel 1506, durante il secondo soggiorno in Italia dell’artista di Norimberga, celebrata fin dalla prima edizione delle Vite di Vasari (1550). Commissionata dalla Confraternita tedesca del Rosario poco dopo la sua fondazione, la famosa pala lasciò l’Italia già nel 1606 per ordine di Rodolfo II, che la volle nel suo castello imperiale a Praga dove rimase a lungo, subendo gravi danni nella guerra dei Trent’anni e giungendo infine nelle collezioni della Nàrodni Galerie (tavola, inv. O 1552, cm 161,5 x 192). L’iconografia mariana del dipinto è legata a contenuti patriottici e politici oltre che teologici, riconducibili al progetto di incoronazione imperiale che Massimiliano I coltivava all’epoca della realizzazione del quadro. Ai piedi della Regina celeste incoronata sono infatti inginocchiati in preghiera, rispettivamente a sinistra e a destra, il papa e Massimiliano I, rappresentanti del potere spirituale e del potere temporale, seguiti da gruppi numerosi di membri della Confraternita oranti, ritratti con fisionomie caratteriali precise e marcate, tra i quali figura, oltre ad altri personaggi identificati (Lübbeke 1999, pp. 306-309 n. 57), il pittore stesso in piedi a destra con un foglio tra le mani, l’unico a rivolgere lo sguardo verso lo spettatore. La conoscenza della data di emigrazione della pala da Venezia consente di inquadrare con sufficiente chiarezza l’ambito di produzione della copia di Castelvecchio, la quale, databile nel Seicento, più debole e probabilmente anche più tarda delle altre versioni del soggetto conosciute in collezioni pubbliche (Kunsthistorisches Museum di Vienna, inv. 1900; Musée des Beaux-Arts di Lione), non sembra essere stata realizzata prima che l’originale lasciasse la laguna ma dopo il suo arrivo alla corte rudolfina. L’esistenza di questo esemplare documenta una volta di più il fenomeno figurativo noto come ‘Rinascimento di Dürer’, che si affermò nei paesi del nord Europa dalla fine del Cinquecento al 1630 circa proprio sotto l’impulso della corte imperiale praghese, oltre che di quella dell’elettore di Baviera a Monaco e della città natale di Dürer (Bartrum 2002, in particolare pp. 239-241, 266-267), coinvolgendo nel rinnovato interesse per l’arte del maestro tedesco una vasta cerchia di artisti che si dedicarono alla divulgazione di copie dai numerosi modelli grafici e pittorici in circolazione (per un caso analogo a Castelvecchio: inv. 6557-1B387). Per la tavola di Castelvecchio si tratta quindi sicuramente di un copista di area rudolfina, come conferma l’essenza del supporto ligneo e la stesura del colore a velature sottili e trasparenti senza traccia di pennellate. La materia pittorica appare sostanzialmente povera, forse anche assottigliata da passati interventi di restauro, per cui il colore manca della vivacità e dello splendore che contraddistinguono l’originale. Rispetto alle dimensioni del prototipo la composizione è ridotta in scala di circa trenta centimetri, mentre il disegno è riprodotto in maniera meccanica, ai limiti della semplificazione nella trascrizione dei dettagli. (da Francesca Rossi 2010, pp. 372-373)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717810
- NUMERO D'INVENTARIO 6527
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI dietro la tavola - 39 71 - numeri arabi -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0