Contratto matrimoniale. ritratto di famiglia

dipinto 1590 - 1599

Il dipinto raffigura un uomo nell'atto di stringere la mano ad una donna; alle spalle di lui un ragazzo ed un'altra donna. Nel fondo, una finestra da cui si scorge il mare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Licinio Bernardino (maniera)
  • LOCALIZZAZIONE n.d
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La composizione si basa su un prototipo di Bernardino Licinio noto soltanto attraverso copie, tra cui la tela alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, già considerata autografa ma poi ricondotta all’intervento di un copista da un originale perduto (inv. 736, cm 100 x 124; Moschini Marconi 1962, pp. 130-131 n. 207), costituisce la versione più simile nel disegno al dipinto giunto al Museo da provenienza sconosciuta. Gli studi sul dipinto veneziano avevano portato inizialmente a riconoscere nei personaggi raffigurati i quattro componenti della famiglia del fratello dell’artista, Arrigo Licinio, ma l’ipotesi è stata smentita dal confronto con il dipinto alla Galleria Borghese di Roma (inv. 115; cfr. Vertova 1975, p. 429-430 n. 96, ill.), effigie sicura di quella famiglia. Sembra comunque il caso di un ritratto di famiglia di carattere moraleggiante, allusivo ai valori del patto matrimoniale simboleggiato dalla stretta di mano tra i congiunti e non esente da un sottile avvertimento di cui si fa carico la figura femminile che si frappone tra i due e dirige lo sguardo all’osservatore. La presenza di una coppia di statuette antiche che affiorano dallo sfondo scuro in basso a destra, poco leggibili per il deperimento della pellicola pittorica, è segno di un’attenzione per una cultura antiquaria accademica che l’artista tiene ad evidenziare in altri ritratti di gruppo, come nel ricordato dipinto di Roma e nel "Ritratto di scultore con cinque allievi" della collezione del duca di Northumberland ad Alnwick Castle (ibidem, pp. 410, 455 n. 1, fig. 4). L’iconografia e l’organizzazione spaziale dei personaggi presentati a mezze figure affacciati a un finto parapetto rivelano l’educazione belliniana dell’autore di origine bergamasca, ma anche la conoscenza delle novità maturate nella ritrattistica di Giorgione, Tiziano e Raffaello, elaborate in una complicata commistione stilistica che fa del soggetto un esemplare pastiche manieristico. Anche per questo carattere straniante dell’insieme è difficile avanzare una datazione della versione veronese, che dal punto di vista della materia, seppure alterata e ridipinta nel corso di vecchi restauri non documentati, sembra cadere entro la fine del Cinquecento. Una variante del soggetto maggiormente elaborata nelle fogge degli abiti e nel ritratto della figura femminile al centro della scena è stata segnalata nella collezione di Eugen Boross a New York (ibidem, p. 427 n. 82). (da Francesca Rossi 2010, pp. 432-433)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717756
  • NUMERO D'INVENTARIO 5963
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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