Madonna con il bambino. Madonna con il bambino

dipinto 1420 - 1440

Madonna con bambino disteso sulle sue ginocchia; due alberelli ai lati; fondo oro. La cornice è originale: forma riquadrata con arco a sesto ribassato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA ORO
    tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di Roncaiette (attivo Padova Prima Metà Sec. Xv)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE "Il tema della Vergine seduta a terra e adorante il bambino disteso sul suo grembo, ampiamente diffuso in ambito veneto e marchigiano, deriva probabilmente da un prototipo perduto di Gentile da Fabriano (Huter 1970; Huter 1973, pp. 29-32), che non doveva discostarsi di molto dalla Madonna-Natività Sorgo oggi conservata al Getty Museum di Malibu (De Marchi 1992, tav. 31; De Marchi 2000, p. 85, nota 132). Il bambino, in particolare, presenta la medesima soluzione, sia pur invertita, delle due manine adagiate sul ventre, una delle quali trattiene il manto color lilla che parzialmente lo avvolge. Anche il motivo degli ‘alberetti’ a lato dell’immagine o costituenti la cinta arborea dell’hortus conclusus, presente in molteplici altaroli veneziani, risale verosimilmente al maestro fabrianese (...). Sempre attribuita fino a oggi ad ambito veronese, e in particolare alla scuola di Stefano (Vignola 1911) o addirittura a quella di Giovanni Badile (Avena 1914; Sandberg Vavalà 1926; Avena 1937; Moench Scherer 1989), forse perché proveniente dal legato Monga, l’opera è invece assegnabile al Maestro di Roncaiette, pittore di origine presumibilmente padovana e attivo nella prima metà del Quattrocento. Riconsiderato da Roberto Longhi (1947), che collegava all’opera eponima, il polittico di San Fidenzio conservato a Roncaiette, in provincia di Padova, la Crocifissione allegorica del Museo Correr, (...) il Maestro di Roncaiette fu in seguito studiato da Padovani (1974; 1981) e da Lucco (1977; 1989, p. 82; 1989, pp. 354-355), che ne ampliarono considerevolmente il catalogo. Il percorso del pittore, tuttavia, certamente collocabile, ai suoi esordi, nell’ambito della cultura figurativa padovana tra primo e secondo decennio del secolo, appare allo stato attuale ancora di difficile definizione e oscilla tra un’interpretazione più restrittiva, che ne limiterebbe il raggio d’azione alla sola area padovana (Franco 1993; Franco 1998, pp. 93, 128 nota 85) e una più estensiva, che vedrebbe per contro il nostro anonimo coinvolto nel clima neogentiliano della Venezia degli anni trenta, grazie al contatto dapprima con Giambono e poi con Zanino di Pietro. (...) Di qui in avanti ha inizio una produzione seriale di altaroli destinati per lo più alla devozione privata, tanto simile a quella parallela di Zanino, da far sospettare che i due artisti avessero contratto un duraturo quanto proficuo sodalizio, in vista di un ampliamento del mercato soprattutto lungo il litorale adriatico. A questa fase, collocabile tra terzo e quarto decennio, appartiene anche l’opera in esame, che mostra molteplici punti di contatto – nella forma riquadrata e modanata della cornice, nella lavorazione a rilievo della pastiglia dorata, nella decorazione delle vesti, nelle soluzioni compositive – con opere attribuibili, sia pur dubitativamente, ora all’uno ora all’altro pittore. Un’identica cornice ad archetti con motivi a trifoglio ed elementi vegetali nei pennacchi si ritrova, ad esempio, nel Matrimonio mistico di santa Caterina del convento francescano di Hvar/Lesina, nella Madonna dell’umiltà e due angeli (Sotheby Parke Bernet, 22-23 ottobre 1976, lotto 62), nella Madonna dell’umiltà tra due sante (Milano, Finarte, 31 maggio 1966, lotto 18), nella Madonna dell’umiltà della chiesa di Santa Maria Assunta di Oneta, in provincia di Bergamo (Minardi 1999, pp. 167-169), probabilmente attribuibili al Maestro di Roncaiette, ovvero in una Madonna dell’umiltà e due angeli di collezione privata milanese e nella Madonna dell’umiltà, angeli e san Girolamo (Christie’s, New York, 4 dicembre 1983, lotto 38), assegnabili per contro a quella di Zanino. Il tema del bimbo steso sulle ginocchia, se appare nella forma più strettamente gentiliana nella Madonna dell’umiltà con angeli e i santi Caterina e Ippolito di una collezione privata fiorentina (Padovani 1974, p. 17, fig. 33), è invece più simile al nostro, nella posizione leggermente rialzata, nella Madonna dell’umiltà di una collezione privata fiorentina, in quella già in collezione Mather a Princeton e nella Madonna dell’umiltà in una mandorla d’angeli già in collezione Kisters a Kreuzlingen, tutte assegnabili al nostro maestro. In molteplici altri esempi si trova inoltre la stessa decorazione del manto a fiori a cinque petali collegati l’uno all’altro da racemi fogliati e seghettati o la lavorazione del nimbo con punzoni a stella racchiusi da un doppio binario e pendilia in forma di piramide. Si noti infine come il risvolto del manto in pelliccia, di matrice gentiliana, tagli trasversalmente la figura così come avviene, sia pur in modo inverso, nella Madonna di Princeton, nella Madonna con il bambino tra san Francesco e un santo vescovo di ubicazione ignota (Padovani 1981, pp. 41-42, fig. 6) o nel Matrimonio mistico di santa Caterina del convento francescano di Hvar/Lesina che, più di altri, sembra avvicinarsi all’opera in esame anche stilisticamente" (da Guarnieri 2010, cat. 66)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717495
  • NUMERO D'INVENTARIO 207
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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