Achille a Sciro. Achille a Sciro

dipinto 1520 - 1520

All'interno di un loggiato, a destra, un personaggio coronato (Licomede) assieme ad otto personaggi tra cui uno raffigurato nell'atto di suonare la tromba. Al centro, tre paggi portano i doni verso un gruppo di fanciulle, le figlie del re, tra le quali si trova Achille raffigurato nell'atto di ricevere uno scudo; ai suoi piedi gli abiti femminili che ne celavano l'identità. In primo piano, sul pavimento, un tamburo e tre conigli. Sul fondo, tra le colonne del loggiato, si vede un paesaggio marino

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Giolfino Nicola (1476/ 1555)
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola - parte di un ciclo più ampio, oppure elemento decorativo singolo inserito in un mobile d'arredamento - si trovava nella galleria Giusti come proprietà di un non meglio identificato "Contino delle Stelle" (Ferrari 1871), presumibilmente un membro del ramo di Santa Maria in Stelle, estintosi nel 1819 con Uguccione Giusti. Acquistata da Cesare Bernasconi dopo il 1851, è entrata al Museo nel 1871 con l'attribuzione a Nicola Giolfino che forse aveva già in precedenza e che non è mai stata posta in discussione in seguito, se non da Bernardini (1902) che la ritenne dipinta dall'inesistente Paolo Giolfino, come i "Trionfi di Pompeo" (n. inv. 635-10B751, 1B0752) e la "Madonna con il bambino e santi" proveniente dalla soppressa chiesa di Santa Felicita (n. inv.6440-1B304), opere tutte «che non solo non hanno certe caratteristiche che sono proprie del fratello, ma non raggiungono il grado di finitezza di questo; sono prodotti inferiori». La scena, ispirata all'"Achilleide" del poeta latino Stazio (I, 84 ss.), raffigura con felicissima arguzia il momento in cui Achille, travestito da fanciulla tra le figlie del re Licomede nell'isola di Sciro, dove la madre Teti lo aveva nascosto per sottrarlo a una morte certa sotto le mura di Troia, svela la propria - evidentissima - identità, lasciando cadere a terra le vesti femminili per afferrare lo scudo che un paggio gli porge. La composizione, aperta oltre un'ampia loggia verso uno sfondo di acque e montagne, si articola sfruttando la lunghezza della tavola, tagliata in diagonale dalle figure di tre giovani paggi: a sinistra, in primo piano, bisbigliano le principesse, in mezzo alle quali spicca, con esiti di un umorismo irresistibile, la presenza di Achille, con i capelli acconciati in una grossa treccia ornata di nastri e gli attributi virili in vistosa evidenza sotto la calzamaglia rossa; sul lato opposto, in posizione leggermente più elevata, si riconoscono il re Licomede in animata conversazione con Ulisse, Diomede e l'araldo Agirte, le cui figure, come osserva Sergio Marinelli (1991), «richiamano direttamente nella stesura e perfino nella tipologia la pittura tedesca contemporanea». L'arguzia narrativa e la vivace gestualità, che caratterizzano la vasta produzione di predelle e cassoni attribuiti a Giolfino, si nobilitano qui in una nuova scioltezza di segno e di colore che, secondo Marina Repetto Contaldo (2010, pp. 384-385), sarebbe ormai lontana dalla tensione espressionistica della "Pentecoste" di Sant'Anastasia. La studiosa collocava, pertanto, la tavola all'inizio del terzo decennio, in prossimità delle "Arti liberali" di Castelvecchio e della frammentaria "Annunciazione", staccata con altri affreschi dalla colombaia di una villa di Pedemonte e ora conservata nella villa Serego a Santa Sofia (Cuppini 1981, fig. 158). Più recentemente, invece, Mattia Vinco (2018, p. 380) avvicinava l'opera veronese ai "Due episodi di storia romana" del Lindenau Museum di Altenburg, la cui cronologia si legherebbe proprio a quella della predella della "Pala Miniscalchi" di Sant'Anastasia, collocabile tra il 1516 e il 1518. Inoltre, le figure più rotondeggianti e il fare meno analitico del pittore suggeriscono, secondo Vinco, una datazione al 1520 circa, in prossimità quindi dei paesaggi lotteschi della cappella dei terziari in San Bernardino, databili al 1522 circa (Repetto 1963, p. 62, nota 26). (da Marina Repetto Contaldo 2010, pp. 384-385)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715230
  • NUMERO D'INVENTARIO 679
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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