San Cristoforo. San Cristoforo
dipinto
1460 - 1469
Vivarini Antonio (bottega)
ante 1420/ 1476-84
San Cristoforo con la palma nella destra e Gesù bambino appoggiato sulle spalle, che trattiene con la sinistra. Dietro un paesaggio roccioso
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
-
ATTRIBUZIONI
Vivarini Antonio (bottega)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE "La tavola giunse al Museo nel 1911 con la collezione Monga. Vignola nel 1911 la catalogava genericamente come opera di pittore veronese del Quattrocento (attribuzione riportata anche nella scheda cartacea dell'opera, poi sostituita con quella a favore di Antonio Vivarini), mentre Avena nel 1914 ipotizzava una derivazione da Benaglio. Berenson (1932; 1936) la annovera nel catalogo di Antonio Vivarini. Più di recente, dopo lungo disinteresse della critica, Marinelli (1990) la riconsidera quale replica della figura di san Cristoforo nel polittico di Pesaro, che Antonio Vivarini sottoscrive nel 1464 (ora alla Pinacoteca Vaticana). Lo studioso avanza l’ipotesi che potesse trovarsi a Verona una replica dell’intero complesso, dal momento che «dipendono in maniera non generica ma imprescindibile da modelli di Antonio Vivarini» le due tavole, scomparti di polittico, raffiguranti "San Fermo" e "San Rustico" provenienti dalla chiesa dedicata ai due martiri in Cortalta (invv. 250-1B0353, 251-1B0354). Il dipinto ha indubbi caratteri alla Antonio Vivarini, tuttavia non mostra in alcun modo le qualità delle sue opere autografe, anche tenendo conto che si giudica un lavoro fortemente compromesso dal punto di vista conservativo. Più che di una replica (in tale caso in controparte) dello scomparto del polittico di Pesaro, essa attesta una variante sul tema rispetto alle ideazioni iconografiche relative a san Cristoforo attuate da Antonio. Non si ravvisano particolari motivi per legare la soluzione attestata dalla tavola veronese a quella del polittico di Pesaro, piuttosto che ad altre: quella più dinamica del polittico del convento di Sant’Eufemia di Arbe, del 1448, e quella di una tavola scomparsa (assieme ad un "San Giovanni evangelista") già della stessa ubicazione, in cui prevale l’intervento di Bartolomeo; infine la soluzione attuata nel polittico di Rutigliano. È semmai proprio in quest’ultimo, giudicato dopo il restauro e nonostante il cattivo stato di conservazione, che, a prescindere dal problema di un diretto riscontro della soluzione inventiva, si possono trovare le maggiori affinità con la tavola veronese. Nel polittico di Rutigliano, databile nel settimo decennio (Pallucchini 1962, pp. 111-112; Boraccesi 2001), si può ritenere intervenga Antonio, con totale esclusione di Bartolomeo – i cui modi per imitazione si insinuano semmai nella resa della veste della Vergine –, ma con partecipazione della bottega. L’intervento di collaboratori in questa fase è accertabile ad esempio nel polittico di Santa Caterina di Galatina (Lecce, Museo Provinciale), in cui si trovano tipologie alla Lazzaro Bastiani ("Madonna con il bambino" e "Annunciazione" del Museo Correr, inv. 355) e nei laterali del trittico di Surbo (in origine a più scomparti), il cui centro spetta a Bartolomeo più che ad Antonio (Bari, Pinacoteca Provinciale; cfr. Fossaluzza 2004, p. 150 nota 29). Con riferimento a tali comparazioni, per esso si propone il riconoscimento ad un collaboratore della bottega di Antonio Vivarini già negli anni sessanta, nonostante l’uso prospettico ben più arcaizzante avvertibile nel paesaggio. Del resto questa è una caratteristica che si riscontra anche nelle opere di una personalità strettamente legata ad Antonio Vivarini, Quirizio da Murano, dopo il paliotto di Santa Lucia del 1462 (Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 275), la "Madonna dell’umiltà" di Traù (Pinacoteca della chiesa di San Giovanni Battista; cfr. Schmidt Arcangeli 2001, pp. 98-100 n. 31) e il Redentore in trono che porge l’ostia a una monaca delle Gallerie dell’Accademia di Venezia (inv. 659). La tipologia dell’aureola non offre nessun dato tipologico per la comprensione dell’opera veronese. Per essa si aggiungano ancora a titolo comparativo il trittico della "Pietà con i santi Nicolò e Andrea" del Museo Civico di Bassano del Grappa (Magagnato 1978, p. 117 n. 113) e i due scomparti di polittico con San Pietro e San Paolo sul mercato antiquariale inglese nel 1953 (Sotheby’s, June 24, lot 33)" (da Giorgio Fossaluzza 2010, cat. 125)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715170
- NUMERO D'INVENTARIO 5589
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0