Madonna dal manto rosso. Madonna con il bambino

dipinto 1450 - 1450

In seguito alle decurtazioni non risulta più univoco lo schema iconografico della nostra tavola. Sembra però che la figura materna a tre quarti in origine fosse seduta e che il bambino nudo, disteso sul panno striato e su un cuscino verdastro, fosse appoggiato sulle ginocchia di Maria. Si tratta quindi di una "Madonna dell’Umiltà" in adorazione del bambino. Il bambino sdraiato sul panno-corporale può essere interpretato come allusione alla futura passione e morte del Salvatore. Anche l’insolito colore rosso del manto sembra andare nella stessa direzione. La stella che splende dalla spalla destra della madre è un simbolo mariano profuso nell’iconografia medievale. L’atto di adorazione sottolinea il significato devozionale assunto da questa Madonna anche nei confronti dei fedeli ad essa avvicinati in atto di preghiera e pia contemplazione

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola
    tela/ pittura a olio, a incollaggio
  • ATTRIBUZIONI Pannonio Michele (fine Sec. Xiv/ 1463-1464): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La piccola Madonna venne giudicata di scuola tedesca quando, nel 1911, come parte del vasto lascito di Bortolo Monga (1833-1911), diventò proprietà del Museo (Vignola 1911) e quando, nel 1914, fu esposta al convento di San Girolamo in un allestimento che presentò le opere di maggior pregio provenienti da quel legato (Avena 1914). Mai riprodotta prima del 1996, pare che non abbia attirato grande interesse dalla critica. Secondo Evelyn Sandberg Vavalà (1926) si tratterebbe di un’opera tardogotica veronese o veneziana; «in ogni modo è un lavoro debole di maestro sconosciuto e secondario». Nel catalogo di Avena (1937) è elencata come opera di scuola veronese. L’attribuzione proposta da Eberhardt a Michele Pannonio (1996; cfr. 2010), confermata da Sergio Marinelli ma non condivisa da Miklòs Boskovits (comunicazione orale citata in Eberhardt 2010), è stata accettata da Gianni Peretti (2001) e Jill Dunkerton (2002). Ragioni stilistiche suggeriscono il nome del pittore di origine ungherese: la Madonna di Castelvecchio si aggancia artisticamente, infatti, all’unica opera sicura di Pannonio, la Musa Talia dello Szépmvészeti Múzeum di Budapest, firmata «EX MICHAELE PANONIO». Concepita da Guarino da Verona come parte di un ciclo dedicato alle muse, quest’opera fu dipinta da Michele su commissione di Borso d’Este per lo studiolo di Belfiore, probabilmente durante la seconda metà degli anni cinquanta del Quattrocento. La valutazione della nostra Madonnina deve tener conto delle condizioni compromesse in cui ci è pervenuta la pittura. Riflettografie eseguite nel 2003 hanno svelato lunghe pennellate velocemente condotte da mano sicura per stabilire i contorni e la struttura principale dell’immagine; l’ombreggiatura è indicata con un energico tratteggio ben meditato, quindi non si notano quasi pentimenti nella realizzazione ad olio. Tenendo conto del progresso evolutivo tra l’esecuzione della modesta "Madonnina" e della superba "Talia", conviene datare il nostro quadro intorno al 1450. Nel 1448 Leonello d’Este aveva concesso la cittadinanza ferrarese al pittore attivo già da anni nella residenza emiliana. L’immagine può essere classificata come di devozione privata. Il suo percorso attraverso i secoli fino alla veronese collezione Monga è oscuro, come sono ignoti i particolari sull’acquisto da parte dell’ultimo proprietario Bortolo Monga (1833-1911) o, più probabilmente, da parte del padre Andrea (sui quali si veda Marchini 1972, pp. 173-181; Marinelli 1982, p. 140). Ammessa l’esecuzione attorno al 1450, la "Madonna" di Castelvecchio è una delle prime testimonianze del massiccio influsso fiammingo in area ferrarese, improntato principalmente da Rogier van der Weyden, di cui erano giunti alcuni dipinti alla corte estense (Eberhardt 2010, cat. 81)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715100
  • NUMERO D'INVENTARIO 243
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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