dipinto murale staccato, elemento d'insieme - ambito veneto (prima metà XVII sec)

dipinto murale staccato,

Caccia al lupo

  • OGGETTO dipinto murale staccato
  • MATERIA E TECNICA intonaco staccato/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • LOCALIZZAZIONE Ufficio Pensioni
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’affresco, raffigurante una Caccia ai lupi, faceva parte di un ciclo dipinto nel convento di Santa Maria dei Servi a Padova composto da figure allegoriche sedute alternate a scene di caccia (per l’antico convento: Gullì 2001, pp. 14-17). Il ciclo venne rimosso intorno al 1961-1962 durante le operazioni di demolizione dell’antico complesso religioso (Barzon 1960, pp. 21-25), situato tra via Marsala, via Rialto e via XX settembre. Gli affreschi si trovavano in un’ambiente non molto grande (una parete misurava circa sei metri) affacciato su via Marsala, poco lontano dalla stanza all’angolo con via Rialto che contiene ancora oggi un ciclo tardo-cinquecentesco con Storie di Antenore. Una lettera del 12 aprile 1961 inviata a Bruno Molajoli, Direttore Generale delle Antichità del Ministero della Pubblica Istruzione (SABAPVe, ABSAE, PD1.CH.5.20, fotocopia), oltre a lamentare l’avvenuta approvazione del progetto di demolizioni da parte del Ministero con lettera del 18 dicembre 1959, menziona gli affreschi: “Nel corso di demolizione degli immobili adiacenti siamo intervenuti e stiamo giornalmente vigilando i lavori, perché sono venuti alla luce altri affreschi cinquecenteschi che sono stati liberati direttamente da noi e stiamo procedendo al loro recupero”. Una fotografia del 1961 conservata all’archivio fotografico della SABAP-Ve-Met (sede di Rio Marin), mostra la Caccia ai lupi ancora in situ accanto alla Pax (inv. 33254). L’affresco ha come modello una stampa di Antonio Tempesta (The Illustrated Bartsch, 36, 1983, n. 1020.164, p. 264), facente parte di una raccolta di acqueforti datata 1595, anno che costituisce il post quem per l’apparato pittorico dei Servi. Lo stile permette di collocare il ciclo al primo ventennio del XVII secolo. Le incisioni venatorie di Tempesta sono particolarmente apprezzate dai pittori veneti del Seicento che le usano nelle scene dipinte a Villa Ottoboni a Rustignè, frazione di Oderzo (TV) (post 1611), a Villa Bassi-Rathgeb ad Abano Terme (PD), e, più tardi (1672), a Palazzo Cavalli a Padova
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500694649
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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