Canova, Antonio

cenotafio, ca 1826 - ca 1827
Rinaldi Rinaldo (attribuito)
notizie sec. XVI
Fadiga Domenico (attribuito)
1750-1770/ post 1827

imponente monumento funerario a forma di piramide poggiante su gradinata. Sulla base a gradoni sono disposte otto statue (da sinistra a destra a diversi livelli): a sinistra della porta centrale sul livello più basso un genio e soprastante leone alati; a destra dal basso verso l'alto una coppia di fanciulli con fiaccole, sul gradino superiore due donne affiancate precedute da un ragazzino reggi fiaccola e sul livello superiore una donna velata diretta verso l'uscio socchiuso della piradide. Sopra alla porta, il rilievo del busto di Antonio Canova, all’interno di cornice creata da serpente che si morde la coda, è sorretto da due angeli. Alla base della scalinata, su fronte principale, vi è un’iscrizione a caratteri applicati. Una bassa recinzione metallica perimetra il monumento

  • OGGETTO cenotafio
  • MATERIA E TECNICA LEGNO
    METALLO
    Marmo di Carrara
    calcare marnoso (Lumachella)
  • MISURE Profondità: 3,25 m
    Altezza: 11,65 m
    Larghezza: 11,25 m
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • ATTRIBUZIONI De Fabris Giuseppe (attribuito): scultore
    Rinaldi Rinaldo (attribuito)
    Zandomeneghi Luigi (attribuito)
    Ferrari Bartolomeo (attribuito)
    Bosa Antonio (attribuito)
    De Martini Jacopo (attribuito)
    Fadiga Domenico (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari
  • INDIRIZZO San Polo, s.n.c./ Campo dei Frari, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il monumento sepolcrale allo scultore neoclassico Antonio Canova si trova nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari. A seguito del decesso dell’artista (13 ottobre 1822) fu decisa l’edificazione di un cenotafio in suo onore. I soldi, offerti da tutta Europa, per l’edificazione di tale opera furono raccolti dal cavaliere Leopoldo Cicognara, amico dello scultore e Presidente della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia. Il prototipo della struttura della tomba fu lo stesso ideato e creato in creta da Canova per il monumento funebre in onore del pittore Tiziano e in seguito modificato per il monumento all’imperatrice d’Austria Maria Cristina nella chiesa degli Agostiniani a Vienna. Sei allievi di Canova, ottenuti i calchi in gesso dal modello in creta, scolpirono i gruppi marmorei: Antonio Bosa (realizzò il clipeo sorretto da angeli); Giuseppe de Fabris (modellò il Genio alato), Rinaldo Rinaldi (scolpì il Leone e il Genio al di sotto della Scultura), Luigi Zandomeneghi (plasmò la Pittura e l’Architettura), Bartolomeo Ferrari (produsse la Scultura), Jacopo de Martini (creò i due Geni ai piedi della Pittura e l’Architettura); in fine Domenico Fadiga scolpì la grande piramide. Per comprendere il significato simbolico dell’opera si riporta parte dello scritto tratto dal documento del 1827 intitolato “Monumento a Canova eretto in Venezia”, [c. 11]: “Sulla fronte della piramide (che s’innalza per trentadue piedi dalla piattaforma su cui è edificata, e presenta un basamento lungo piedi 38) è dischiusa una Porta di bronzo che indica essere quello l’accesso al Monumento. Al di sopra due Fame sorreggono in alto rilievo l’Effige di Canova ricinta dal Serpente, emblema dell’Immortalità. A desta dell’osservatore le tre Arti sorelle montano i gradi della Piramide. Prima di esse è la Scultura recante nell’urna il cuore di Canova, che realmente resta tumulato nel sotterraneo dell’edificio. Seguono la Pittura e l’Architettura aggruppate, e sono tutte e tre scortate nel pio ufficio dai Genii tutelari di ciascuna coi relativi attributi e colle faci mortuarie accese. A sinistra posa sdrajato sul limitar della tomba il Leone Veneto, nel modo in cui fu sempre figurato quello dell’Evangelista S. Marco. Esso esprime infinita tristezza e vi si addossa piangente il Genio ispiratore dell’Artefice, la cui face è già spenta. In alto, sotto l’Effigie, bastò il solo nome dell’insigne Scultore per tutta iscrizione, e sul zoccolo della Piramide venne consigliata dal più insigne degli scrittori viventi in stile lapidario la seguente semplice Iscrizione: [c. 12] ANTONIO•CANOVAE / PRINCIPI SCVLPTORVM AETATIS SVAE /COLLEGIVM VENETVM BONIS ATIB EXCOLEND / SODALI MAXIMO / EX CONLATIONE EVROPAE VNIVERSAE / A MDCCCXXVII”. Nel maggio del 1827 , il cuore di Canova, posto all’interno d’urna in porfido, proveniente dal tesoro di San Marco, fu posizionato nel sotterraneo del cenotafio; tutt’oggi a individuarne la posizione vi è una pietra bianca nel pavimento della nicchia nella piramide con l’iscrizione “Cor Canovæ”
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500677897
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI sul fronte del basamento della gradinata - ANTONIO•CANOVAE / PRINCIPI SCVLPTORVM AETATIS SVAE /COLLEGIVM•VENETVM BONIS ARTIB•EXCOLEND / SODALI MAXIMO / EX CONLATIONE•EVROPAE VNIVERSAE / A MDCCCXXVII - maiuscolo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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