coppia di pavoni, Fonte di Vita, motivi decorativi geometrici e floreali

formella, post 1890 - ante 1985

rilevo raffigurante coppia di pavoni che si nutre da un vaso centrale. Definito da cornice a toro, da fascia con motivi decorativi a torciglione alternati a motivi floreali e da cornice a listello piatto nella parte più esterna

  • OGGETTO formella
  • MATERIA E TECNICA pietra tenera/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • LOCALIZZAZIONE Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il rilievo in esame rappresenta uno degli esempi di riproduzione di scultura veneto-bizantina ed è conosciuto a Venezia con il nome di patera. Termine, come rileva Dorigo (2003), non attestato fino a prima della seconda metà dell'Ottocento e sembra che derivi dalla denominazione volgare "patara" probabilmente in uso per secoli nel linguaggio volgare. Si ricorda che nell'accezione del termine classico-archeologica "patera", indica una sorta di ciotola larga e bassa usata, nell'antichità greca e romana, nelle libagioni alle divinità, ed ha in comune con queste piccole sculture solo la forma tonda. Opere di questo tipo furono murate, dal XII al XIII secolo, sulle facciate dell'edilizia civile veneziana con una disposizione decorativa di tipo speculare tra gli archi, le finestre o sopra i portali, dove una croce, sempre lavorata a rilievo, teneva solitamente il posto centrale. Sulle mura di casa assumevano un valore apotropaico, ossia di oggetti capaci di prevenire l'ingresso del male. A tal proposito Marzemin (1937) evidenziò che il significato delle figurazioni, per lo più animalistiche, poi divenute tipiche, assunse uno specifico valore civile e religioso nella concezione della vita del popolo veneziano. I pavoni nel concetto cristiano assunsero il significato mistico ed eucaristico dell'anelito degli uomini che cercano presso Dio il loro nutrimento spirituale attingendo al vaso sacro del tempio di Gerusalemme, alludono quindi alla rinascita spirituale. Dai bestiari medievali emerge che questi animali erano considerati incorruttibili, e rappresentavano il Cristo nel sepolcro e quindi il simbolo del rinnovamento e della resurrezione. Essi, infatti, perdono le penne e poi le riacquistano a primavera. Il vaso rappresenta anche il calice che contiene il pane ed il vino della comunione; l'insieme simboleggia una professione di fede nell'immortalità del Cristo (Urech, 1995)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500640941
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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