coppia di uccelli

formella, post 1927 - ante 1987

rilievo raffigurante coppia di uccelli (colombe?) addossati con i becchi congiunti nell'atto di darsi il mistico bacio. Definito da cornice decorata a motivi fogliacei, da listello piatto e da cornice a dentelli, nella parte più esterna

  • OGGETTO formella
  • MATERIA E TECNICA PIETRA
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo privato
  • INDIRIZZO Santa Croce, 2331-2332-2333/ Calle de la Regina, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE un confronto con la fonte archivistica permette di affermare che la formella in esame fu murata solo dopo il 1927. Anno in cui nella fonte, corredata di tavole e immagini, è visibile la facciata con il solo leone marciano. Il rilievo in esame, conosciuto a Venezia con il nome di patera, rappresenta insieme alla formella, allo stemma e al leone marciano di cui sopra, un esempio di riproduzione moderna di scultura veneto-bizantina. Il termine patera è usato nella città lagunare prima della seconda metà dell'Ottocento (Dorigo, 2003), anche se nell'accezione del termine classico-archeologica, "patera" indica una sorta di ciotola larga e bassa usata, nell'antichità greca e romana, nelle libagioni alle divinità, ed ha in comune con queste piccole sculture solo la forma tonda. La maggior parte dei soggetti iconografici delle patere sono di tipo zoomorfico, a carattere simbolico e religioso, anche se non mancano reperti di tipo geometrico e fitomorfico. Opere di questo tipo insieme alle formelle, aventi una superficie decorativa più ampia, furono murate sulle facciate dell'edilizia civile veneziana nei secoli XII e XIII, con una disposizione decorativa di tipo speculare tra gli archi, le finestre o sopra i portali, dove una croce, sempre lavorata a rilievo, occupava la parte centrale. Insieme, sulle mura di casa, assumevano un valore apotropaico, ossia di oggetti capaci di prevenire l'ingresso del maligno e del male. I soggetti figurativi delle patere veneziane sono piuttosto limitati, tra questi compaiono generalmente un animale nobile, un'aquila o un leone, nell'atto di ghermire o predare un animale ignobile rappresentato da un cane, una lepre o un cervo, anche se non sono rari gli esempi di coppie di uccelli addossati o in contro dorso con i becchi uniti nell'atto di darsi il mistico bacio, simbolo della concordia, della carità e della pietà cristiana. Nelle riproduzioni veneziane i soggetti e le scene, per imperizia o incomprensione, spesso persero il loro carattere originario, come nel caso in esame, dove tra i due uccelli compare l’Albero della Vita, raffigurazione, questa, tipica delle formelle con comparti più allungati. Marzemin (1937) evidenzia che il significato degli animali in figurazioni poi divenute tipiche, assunse uno specifico significato civile e religioso nella concezione della vita di tutto il popolo veneziano. Nella formella in esame la coppia di uccelli che becca dall'albero centrale, rappresenta nel concetto cristiano il nutrimento spirituale che gli uomini cercano presso Dio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500640679
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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