simbolo di San Marco: leone

rilievo, ca 1800 - ante 1987

leone andante (tipo stante) a sinistra, reggente libro aperto. Ha muso frontale ed ali aperte e parallele

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA pietra tenera di Vicenza
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • LOCALIZZAZIONE Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE a Venezia il leone marciano lapideo era onnipresente su edifici pubblici e privati, su chiese e campanili, su ponti, vere da pozzo e pili di bandiera, fino al crollo della Repubblica, quando la Municipalità provvisoria di Venezia con decreto 29 maggio 1797 stabilì che tutti i Leoni considerati come stemmi o indicazioni del passato Governo fossero scalpellati. Il rilievo in esame rappresenta uno degli esempi di riproduzione scultorea realizzati dopo la caduta della Repubblica. Venezia tra Ottocento e primi del Novecento fu uno dei centri dove la riproduzione di falsi scultorei, anche se principalmente di tipo gotico, fu molto attiva. Tra cui oltre ai leoni primeggiano anche le patere, le formelle, e gli scudi gentilizi. Il leone fu assunto nel concetto cristiano-veneziano a simbolo della forza generalmente in una funzione di lotta al pari dell'aquila e del predominio. Concetto questo che si perpetuò nel simbolo della religione attribuito all'evangelista Marco protettore di Venezia, dopo San Teodoro, quando questo divenne l'emblema unico ufficiale di Venezia e della Repubblica. I tipi principali di leone marciano sono due: in "moleca" (in dialetto veneziano il granchio quando diventa molle per il cambio del guscio) e andante. Il primo così definito anche in soldo o in gazzetta, dalla zecca, in quanto nomi delle monete su cui si usava stamparlo. Il secondo, tipo quello qui in esame, come precisa Rizzi definito inesattamente anche passante o gradiente in quanto il leone in realtà sta immobile sulle tre zampe e con la quarta sul libro. Come il leone in "moleca" associato al granchio, non solo per la struttura rotondeggiante del guscio e per la forma delle ali spiegate che ricordano le chele, ma per il carattere anfibio, anche il leone detto andante sorge dalle acque. Solitamente rappresentato in direzione verso sinistra, poggia le zampe posteriori sull'acqua, come uscisse dal mare, ha una zampa anteriore poggiata sulla terra mentre l'altra regge il libro di solito aperto recante l'iscrizione qui ormai non più leggibile ''PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS'', anche se non mancano le varianti. Questa dicotomia acqua-terra è normalmente interpretata come dominio sui territori d'oltremare e di terraferma, cioè "da Mar" e "da Terra". Un'altra caratteristica del leone andante sono le ali. Una è parallela al corpo, quindi parallela al bordo superiore del comparto, l'altra (nel caso in esame non visibile) invece è spesso inclinata sulla sinistra risultando parallela al bordo laterale. Questa disposizione non è costante e frequenti sono, specie negli esempi in provincia, i casi delle ali non divergenti ma parallele. La coda è spesso ondeggiante formando talvolta una precisa "S", ma negli esemplari veneziani più ufficiali quali il Palazzo, la Basilica, la Torre dell'Orologio, l'Arsenale e il Molo è sempre a riposo. Altro elemento tassativo, salvo le eccezioni provinciali, è la visibilità dei due occhi. Il capo di regola è nimbato in posizione frontale o in tralice
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500577623
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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