Abito per nobildonna Manciù (jifu)
Abito a fondo rosso con disegni intessuti in bianco (3 toni), blu, celeste e azzurro (8 toni), verde, giallo (3 toni), bronzo (3 toni), grigio (4 toni), rosso, rosa (3 toni) oro, delineati ad inchiostro nero e dipinti con pigmenti policromi sfumati. Mostra, fasce, paramani a fondo blu-nero con disegni dei medesimi colori. Struttura: foggia svasata, scollo rotondo e apertura diagonale destra con mostra piana, maniche lunghe larghe con inserti a fasce e grandi paramani a zoccolo di cavallo (madti xiu), spacchi laterali. Complementi strutturali: cinque bottoni sferici in ottone a fusione piena, decorati a rilievo con piccoli quadrifogli, allacciati con asole applicate in sbiechino di raso blu decorato a motivi geometrici in argento (il medesimo materiale costituisce le bordure sbieche applicate a scollo e apertura, orlo dei paramani e margine inferiore delle fasce inserite nelle maniche). Imbottitura in ovatta di seta. Fodera in taffetas e raso celesti
- OGGETTO abito
- AMBITO CULTURALE Manifattura Cinese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo d'Arte Orientale
- LOCALIZZAZIONE Ca' Pesaro
- INDIRIZZO Santa Croce 2076, Venezia (VE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Jifu, appartiene al vestierio ufficiale semiformale o "festivo". Acquistato in Cina da Enrico di Borbone Conte di Bardi tra ottobre 1888 e febbraio 1889. L'appartenenza di questo abito alla categoria del vestiario ufficiale (jifu) è dimostrata dalla foggia, conforme al modello del long pao, nonchè dal bordo con "acque ascendenti" e "acque orizzontali". L'inusuale ampiezza di maniche e paramani rappresenta un tratto di stile sartoriale in voga durante la lunga reggenza di Cixi, l'Imperatrice Vedova (cfr.S.Camman,Costume in China 1644 to 1912, "Bull. Philadelphia Museum of Art" vol.75, n.326 (1979), pp.9-10,fig.15). Abiti di questo stile, nei quali è mantenuta la decorazione li shui e ping shui,mentre i draghi sono sostituiti da medaglioni con scene augurali, fiori o emblemi di longevità, sono da S.Camman considerati esemplari di vestiario ordinario (chang pao) usati nei più esclusivi ambienti della corte imperiale per circostanze blandamente formali. In proposito esiste tuttavia la diversa opinione di V.Wilson, secondo la quale questi abiti rientrerebbero nella categoria del vestiario ufficiale, ma offrirebbero testimonianza della libertà goduta dalle donne a corte nel derogare alle norme e consuetudini del vestiario ufficiale, esprimendo preferenze legate al gusto personale quanto a colore e ornamenti: è ciò che la studiosa ipotizza discutendo due esemplari del Victoria & Albert Museum, che presentano evidenti affinità con questo e con un altro analogo abito della collezione Bardi (cfr.inv.1222/13728)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500402556
- NUMERO D'INVENTARIO 1211
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
- DATA DI COMPILAZIONE 1992
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI bottoni - yuan he (=grande armonia) - cinese
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0