Sant'Elena

dipinto, 1468 - 1468

Soggetti sacri: Sant'Elena

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Ruggieri Marco Detto Marco Zoppo (1433/ 1498)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • INDIRIZZO Dorsoduro, 1050/ Campo de la Carità, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Assieme ai nn. inv. 620 e 614. Il lungo dipinto era stato diviso e poi ric omposto arbitrariamente in tre parti, ponendo il San Francesco al posto de lla Sant'Elena e lasciando questa e il San Vincenzo Ferreri isolati. Quest i ultimi rimasero a lungo nel depositorio dove vennero recuperati e restau rati da G. Zennaro nel 1895. L'insieme fu riunito da M. Pellicioli nel 194 8 con l'aggiunta di due strisce lungo i pilastri e una sul pavimento. Dura nte l'ultimo intervento tali zone furono integrate a rigatino e nonostante la generale pulitura, si è conservato il manto di sant'Elena, che è un an tico rifacimento. Si trovava originariamente nel Magistrato del Cattaver, ufficio che vigilava sul contrabbando in Palazzo Ducale; passò poi, in seg uito alle soppressioni, nel deposito della Commenda di Malta (Stato Genera le 1822, n. 418) come "San Marco e quattro santi", venendo consegnato alle Gallerie il 28 novembre 1838 (Moschini Marconi 1955). Al centro il Salvat ore benedicente reca un libro aperto verso l'osservatore su cui é scritto: SI VERE / UTIQUE / IUSTI / CIAM / LOQUI / MINI / RECTE / IUDICA / TE - FI / LII - HOMIN / UM. (Se parlate veramente di giustizia, giudicate rettame nte, figli degli uomini). Sul gradino del trono la data: MCCCC 6 VIII (146 8). ADI II° GENER.. Sui pilastri centrali, nella zona superiore, i quattro stemmi maggiori appartengono evidentemente ai magistrati in carica, mentr e i quindici stemmi più piccoli alla base delle singole figure, con le i niziali (da sinistra: I. C. - .A. .S. - .P. .B.; .F. .M. - .P. .M. - .R. . D.; .S. - .N. .M. - .P. .V.; .A. .K. - .B. .B. - .I. .L.; .K. .B. .M. - .B . .L.) che sembrano ripassate, sono stati aggiunti posteriormente. I loro campi risultano vuoti e non è ben chiaro se rimasero incompiuti o furono a brasi. Il Boschini (1664) ricorda nel Magistrato del Cattaver "gran quanti tà di figure di devozione & altre di mano del Vivarini da Murano" e lo Zan etti (1771) precisa che si tratta di "vari quadri con le figure del Salvat ore, della Madonna e di molti altri Santi nello stile di Vivarini", riport ando anche la citata scritta con la data. E' possibile quindi che in origi ne la lunga tela facesse parte di un complesso smembrato e perduto. I vecc hi cataloghi presentavano un'attribuzione al Vivarini, talvolta identifica to in Bartolomeo. Fu il Paoletti (1903) che per primo ne mise in luce la componente padovana avvicinandolo all'"Arco del doge Tron" (Gallerie, c at. n. 53), mentre il Berenson (1957) lo assegnava a Giovanni Bellini, e l a Moschini Marconi alla sua scuola. Tuttavia alla luce dell'ultimo rest auro l'espressionistica tensione formale e l'icastico linearismo che carat terizzano l'opera ricordano anche i modi di Marco Zoppo e appaiono singola rmente vicini all'altare Pesaro (Berlino, Staatliche Museen), eseguito a V enezia nel 1471. Più recentemente il Lucco (1990) riprende l'ipotesi che i l telero appartenga a un seguace di Giovanni Bellini, attivo nel cantiere di Santa Maria della Carità e forse autore dei santi Francesco e Vittore n el trittico della "Natività", eseguito per la stessa chiesa e ancor oggi esposto nell'abside che fa parte delle Gallerie dell'Accademia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500402242
  • NUMERO D'INVENTARIO 622
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2004
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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