L'Arcangelo Raffaele con Tobiolo tra i santi Nicolo' e Giacomo maggiore

dipinto, ca 1513 - ca 1513

Soggetti sacri: in paesaggio San Raffaele con Tobiolo; San Nicolò e San Gi acomo maggiore

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Cima Giovanni Battista Detto Cima Da Conegliano (1456-1460/ 1517-1518)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • INDIRIZZO Dorsoduro, 1050/ Campo de la Carità, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto originariamente su tavola fu trasferito su tela nel 1888 (G. Sp oldi). Nel 1962, in occasione della mostra del Cima, fu sottoposto a un ra dicale restauro (A. Lazzarin), che rimosse pesanti ridipinture nello sfond o, rivelandone la nitida profondità spaziale, ma anche il cattivo stato de lla pellicola pittorica e la lacuna sul bordo inferiore. Proviene dalla ch iesa di Santa Maria della Misericordia, come afferma il Sansovino (1581), benchè la sua precisa collocazione non sia chiara. Il Boschini nel 1664 lo ricorda "sopra la porta" che conduceva al monastero. Successivamente fu a dattato con aggiunte al primo altare di sinistra (Zanetti 1771), dove rima se almeno fino al 1815 (Moschini 1815). Subì due tentativi di esportazione nel 1819 e nel 1827, finchè l'abate Pietro Pianton non riuscì a restituir lo alla sede originaria (1839). Dopo una vertenza tra il demanio e la fami glia Moro- Lin che aveva il juspatronato della chiesa, soppressa nel 1868, fu acquistato dallo Stato per le Gallerie nel 1888 (Moschini Marconi 1955 ). E' firmato in basso al centro verso sinistra in un cartiglio "Joanis Ba ttista Con ...". Tobia, sulla via del ritorno, accompagnato da Raffaele e dal cagnolino, porta con sè il pesce, col cui fiele, secondo il consiglio dell'arcangelo, curerà la cecità del padre (Tobia 6, 13). Nicolò e Giacomo Maggiore sono forse in relazione con possibili committenti. D'altra parte (Corner 1749), l'abbazia della Misericordia possedeva importanti reliquie di san Nicolò mentre San Giacomo era uno dei suoi principali patroni. Lo sfondo è ricco di simboli religiosi: le due città fortificate, una sulla m ontagna in primo piano a destra, l'altra a sinistra più lontana, il viotto lo, i prati verdi e gli alberi lussureggianti sono tutti attributi mariani (Battisti 1980). Mentre gli alberi verdi e l'albero secco, all'estrema si nistra, sono motivi ricorrenti nella cultura figurativa veneziana, ricondu cibile a varie fonti della scrittura; la più sintetica è la citazione del profeta Ezechiele (17, 24): "E conosceranno ... che sono io il Signore che umilia l'albero elevato ed esalta quello umile; fa inaridire l'albero ver de e riveste di fronde l'albero secco" (Gallo 1995). La critica è concorde nel ritenere che l'opera appartenga alla tarda attività dell'artista, vic ina alla visione figurativa della pala del Louvre con la "Madonna e i sant i Giovanni Battista e Maddalena" del 1513 circa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500401585
  • NUMERO D'INVENTARIO 592
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2004
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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