Pala di S. Maria Maggiore Assunta. assunzione della Madonna

dipinto, 1584 - 1584

Soggetti sacri: Assunzione della Madonna. Architetture: scala; sarcofago. Figure: Apostoli; angeli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 396
    Larghezza: 200
  • ATTRIBUZIONI Caliari Paolo Detto Veronese (e Aiuti)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • INDIRIZZO Dorsoduro, 1050/ Campo de la Carità, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'ultimo intervento ha eliminato i pennacchi superiori che l'avevano resa rettangolare (com'era d'uso per meglio musealizzare le opere), aggiunti in epoca imprecisata, dopo l'arrivo all'Accademia col primo gruppo di opere scelte dall'Edwards (1812). Proviene dalla chiesa di Santa Maria Maggiore, dove si trovava sull'altare principale (Moschini Marconi 1962). Come docu menta il Cicogna (1830), Simone Lando stese un testamento il 2 gennaio 158 4, eseguito il 1° marzo dello stesso anno, in cui stabiliva la decorazione dell'area presbiteriale di Santa Maria Maggiore. In aggiunta ai suoi pers onali dipinti, tra cui quelli di Veronese che voleva posti sulle pareti de l coro, egli lasciava un legato di 1000 scudi per completare il progetto. E' probabile quindi che Paolo ottenesse la commissione della pala per l'al tar maggiore immediatamente dopo il marzo del 1584 (Rearick 1988). Essa fu ammirata incondizionatamente dalle fonti, la critica più recente ha invec e avanzato riserve sulla sua completa autografia. Il Venturi (1928) indica va nel gruppo con la Vergine la parte spettante a Paolo; il Fiocco (1928) la riteneva tutta di bottega, mentre il Berenson (1936), la Moschini Marco ni (1962), il Marini (1968) e il Pignatti (1976) realizzata in collaborazi one. D'altra parte un dipinto per l'altar maggiore di una chiesa tanto pre stigiosa, che annoverava capolavori di Giovanni Bellini, Tiziano, Palma il Vecchio, Jacopo Bassano, non poteva che essere delegato in particolari ve ramente secondari agli aiuti, come ha messo in luce il restauro del 1988, rivelando la qualità della materia cromatica, con la rimozione di vernici alterate. Rearick (1988), che ha analizzato accuratamente il testo pittori co, riconosce in alcuni irrilevanti dettagli degli apostoli e dei cori ang elici la mano di Benedetto, quella di Carletto nel secchiello dell'acqua s anta e nei serafini immediatamente sopra gli apostoli a sinistra nascosti sotto le nuvole, mentre ammette l'incisiva presenza del maestro nei santi Pietro e Paolo a sinistra della tomba, nel san Luca in giallo e blu, nella figura del committente sulla destra, e soprattutto nei due apostoli in gi nocchio, l'uno di spalle col serico manto bianco, l'altro visto di fronte. Ritenendo infine che l'intera zona superiore sia uno dei più felici momen ti della tarda attività veronesiana. Anche a Pignatti e Pedrocco (1991, 19 95), dopo la pulitura, sembra di poter confermare l'autografia paolesca ne lla metà del nono decennio, accanto alla "Preghiera di Cristo nell'orto de gli ulivi" di Brera, proveniente dalla stessa chiesa. L'intervento del 198 8 ha anche definitivamente chiarito come i margini della tela non siano st ati tagliati, facendo cadere 1'ipotesi di un originario formato maggiore. Si deve invece all'invenzione dell'artista 1'aver lasciato alcune figure i ncomplete, con un gusto ancora squisitamente manieristico. L'osservatore h a così 1'impressione che esse stiano per entrare "dentro" la scena stessa, come in una rappresentazione teatrale. Oltre agli 11 apostoli indicati da i Vangeli, sono presenti all'evento due delle Marie, una nel margine sinis tro, 1'altra inginocchiata sui gradini, e la figura di destra in rosso, ri tenuta dallo Zanotto (1833) 1'autoritratto di Paolo, ma sicuramente il com mittente Simone Lando, la cui immagine postuma poteva essere dipinta senza difficoltà dal Veronese che ben lo conosceva. Lo studio grafico preparato rio (già New York, collezione Lehman ora New York, collezione privata) (Ti etze, Tietze Conrat 1944; Cocke 1984), comprende lo schizzo per un' "Adora zione dei Magi" (oggi Lione, Musée des Beaux-Arts), già nel Palazzo dei Ca merlenghi, con gli stemmi Molin, Contarini e Zane, magistrati in carica tr a l'ottobre 1583 e l'ottobre 1584. Ulteriore conferma della datazione prop osta per il relativo dipinto nel corso del 1584 (Rearick 1988). Il dinamis mo della composizione conserva un'eco dell'"Assunzione" eseguita da Tizian o per il duomo di Verona, che Paolo certo aveva visto. Indagini riflettogr afiche hanno rivelato piccoli pentimenti: ad esempio nel pollice dell'apos tolo inginocchiato davanti alla balaustra e soprattutto la diversa posizio ne della testa, in un primo tempo più spostata verso destra di quello che gli sta accanto (Perissa Torrini 1988). La pala è stata incisa da Comirato in Zanotto (1833)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500401192
  • NUMERO D'INVENTARIO 265
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2004
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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